Esilarante, tagliente, poetica, ironica, satirica, leggera linterpretazione di una convincente Angela Finocchiaro in Mai più soli, accompagnata dal musicista e attore Daniele Trambusti, con la regia di Cristina Pezzoli. Lo spettacolo in scena al teatro Puccini di Firenze ha coinvolto, divertito e appassionato un pubblico che per tutto il tempo ha applaudito e sorriso.
Una scrittura, quella di Stefano Benni, impietosa, irriverente, pungente che diventa scena e prende forma nei diversi quadri proposti. Una galleria di personaggi tristemente reali, gente comune che cerca di sopravvive alla solitudine dellepoca moderna.
Tanti i quadri e le azioni comiche che si susseguono: ad accogliere il pubblico Daniele Trambusti che dirige come in unorchestra i sei telefoni che gradualmente tira fuori dalle tasche mentre un nonnino in vestaglia dalla voce tremante e roca (Angela Finocchiaro) rammenta con malinconia la sua amata consorte − ormai del mondo dei più − che profumava di peperoni. In scena due mucchi indistinti di giornali che di volta in volta si trasformano in valigie, muri, nuvole, vagoni ferroviari, orsetti, scale. Le storie di uomini comuni si intrecciano paradossalmente fino a delineare profili tragicamente reali come il solitario, lansioso, il razzista xenofobo, il manager, il pendolare.
Tra gli episodi raccontati si ripercorre la vita reale di chi si trova a prendere un eurostar diviso in gironi infernali: quello dei manager polipoidi, dei valigiati, dei cessi rotti, dei tifosi dal volto insanguinato ma felici, dei surgelati infreddoliti dallaria condizionata troppo forte. Una miriade di gente in viaggio verso il buio, quello dellanima. Tra una risata e un sospiro si assiste alla storia di una donna che vuole comprare un presepe tradizionale e che si ritrova a contrattare con un venditore ambulante alquanto stravagante. Un divertente Daniele Trambusti che − da buona spalla – offre alla signora dallaria trasognata (Angela Finocchiaro), al posto dellormai sorpassata stalla: un villino con la Madonna vestita dallo stilista Armani seduta in poltrona e un San Giuseppe imprenditore immobiliare. Al posto della pastorella un filippino, una pecorella clonata dalle due teste, uno sponsor al neon al posto della cometa e un bambinello con un casco in testa in attesa del motorino. Assenti i re magi fermati alla frontiera perché creduti degli spacciatori e infine, per non dimenticare latmosfera natalizia: bombolette spray dallessenza di salmone e di abete per spruzzare alloccasione lo spirito natalizio.
Angela Finocchiaro
Dal Natale si passa al Capodanno, una festa vissuta da ciascun individuo con diversi stati danimo: un ansioso che si organizza la serata dal 2 gennaio dellanno precedente, ma che per sfortuna si ritroverà a festeggiare lultimo giorno dellanno in ospedale insieme al solitario che per sentirsi meno solo si schianta contro il guardrail dellautostrada. Universi paralleli che prendono forma sapientemente grazie allinterpretazione calibrata e misurata di Angela Finocchiaro, che di volta in volta cambia registro senza mai interrompere la narrazione e far calare lattenzione, aiutandosi con una forte espressività facciale. La stessa, con toni ed espressioni meste e disincantate camminando su piccoli mucchi di giornali − a rappresentare nuvole − racconterà la storia di un muratore convocato da San Pietro per sistemare la porta del paradiso. Lo sfortunato capirà soltanto alla fine che è morto cadendo dallimpalcatura sulla quale lavorava.
Interessante linterpretazione di Daniele Trambusti in Mai più solo, storia tratta dal libro La grammatica di Dio di Stefano Benni. Un uomo balbuziente, solo, che trova la soluzione alla sua vita piatta di magazziniere di aspirine, nellacquisto di tre telefonini che diverranno gli interlocutori dei suoi fantasmi e che lo condurranno alla follia. |
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