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È un paese per vecchi (parte terza)

di Roberto Fedi
  È un paese per vecchi (parte terza)
Data di pubblicazione su web 17/11/2009  

Notizia dell’ultim’ora: Gianni Morandi, anni 65, domenica 15 novembre, con il suo interminabile show Grazie a tutti, ha avuto il record degli ascolti: 6 milioni 325 mila spettatori, con share del 25,76%. In concorrenza c’erano Distretto di polizia 9 su Canale 5, con 4 milioni 17 mila e share del 14,84%, e Fabio Fazio sul Terzo con Che tempo che fa e 4.521.000 di spettatori, share del 16,43%. Maluccio, ma era prevedibile, Report con 2.853.000 sul Terzo, share 11,71%. Non malaccio in prima serata Colorado su Italia 1 con 2.790.000, share 14,02%.

Qualche considerazione. La prima è che la concorrenza era scadente, visto che la Polizia, intesa come programma Tv, ormai è arrivata al massimo a cui poteva arrivare, Fazio è soporifero, e Colorado ci sembra che a quei due milioni e passa di spettatori dovrebbe passare un vitalizio, visto che un programma comico che non fa ridere è un’esperienza che si può provare una volta, per curiosità, ma alla seconda bisogna o essere addormentati sul divano o pagati. La seconda considerazione è che la Milena Gabanelli, considerata brava per definizione, col suo lodato Report fa ascolti così bassi che in una Tv normale sarebbero causa di cancellazione, e invece alla RaiTre continua imperterrita a tenere la prima serata: e quindi la smetta di lamentarsi per la mancata libertà di espressione in Rai. È insopportabile. Ci faccia vedere un po’ il suo contratto, così per informare adeguatamente i cittadini italiani che le pagano lo stipendio.

Ma la vera notizia, deprimente, è che Morandi fa il pieno. Uno show, ci scusiamo con gli show veri, che non è né carne né pesce, frastagliato, spezzettato, interminabile (oltre due ore: da Tv monocanale), tutto legato ai contorcimenti di uno che alla sua tenera età si agita, si comporta, si sbraccia come quando ne aveva 25 – e canta le stesse canzoni, per soprammercato. E sempre alla stessa maniera, che era dilettantesca anche quarant’anni fa.

Ora, se uno invecchiando si tinge i capelli, fatti suoi. Se vuol cantare Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte lo faccia pure, purché sotto la doccia la mattina. Se vuole invitare per una rimpatriata goffa e improvvisata Al Bano, anni 66, lo faccia pure, ma a casa sua. Se preso dalla nostalgia vuol circondarsi della mamma del suddetto Bano, anni 85, e di un par di sue zie tutte ottuagenarie non c’è niente di male, purché nel suo salotto a mangiare castagne secche. Se desidera vedersi con Renato Zero, ormai immobile come una statua – o sarà stato Panariello che lo imitava? Secondo noi era Panariello, nella migliore delle sue interpretazioni d’antan, anche se un po’ eccessiva e cattiva – anni 59, cioè praticamente un bambino, faccia pure, ma lo inviti in pizzeria con qualche coatto de Roma. Son tutte cose che si possono capire.

Ma non si capisce perché debba farlo alla Rai, prima serata, di domenica in quasi-inverno, così che noi poveretti non possiamo neanche uscire per una passeggiatina serale perché piove, in due ore e passa di banalità, improvvisazioni, sgangheratezze e non poche stonature, alle quali ahimè si è associato anche il nostro idolo televisivo Fiorello, in una sceneggiata che è bene dimenticare, ma che è un monito: attento, Rosario, non ci si può approfittare troppo della propria naturale simpatia. Si deve studiare, studiare, studiare… Ieri sera Mike si sarà rigirato nella tomba di sicuro.

E non basta mettersi accanto una ragazzina come poche imbranata, appena arrivata dalla corte dei miracoli di Maria De Filippi, che non sa fare niente: non è spiritosa, non sa stare in scena, e non sa neanche cantare e infatti dilettantescamente urla: può andare bene in quel caravanserraglio di vecchie glorie urlanti e piene di rughe, o da Maria De Filippi, ma fuori di lì è il buio, in un mondo di note e di talenti veri.

Ci vuol altro. E non basta neanche andare, ogni martedì, con la chitarra, che non sa suonare, in casa di qualche fan sfegatato anche quello di età veneranda a canticchiare qualche canzoncina e poi farci rivedere il video.

È deprimente. Perché in uno show in video gli unici vecchi che si possono vedere sono i giovani truccati da vecchi. Gli altri, specialmente quando non se ne rendono conto, fanno pena.


 




 
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