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Scambisti

di Roberto Fedi
  Scambisti
Data di pubblicazione su web 25/09/2009  

Tranquilli: non ci stiamo trasformando in una rubrica hot. Genitori non allarmatevi: almeno qui, i vostri pupattoli sono al sicuro. Altrove, scuole comprese, non sappiamo. Ma il titolo va spiegato, e sarà chiaro subito.

 

Partiamo da un po’ prima. La televisione, di cui da anni ci occupiamo, ha subìto nel tempo un lento ma inesorabile processo di mutazione – quello che ci si augura non subisca l’influenza suina (ogni riferimento alla Tv è puramente casuale, come suol dirsi). Da medium che ci portava in casa le notizie della realtà, è divenuta né più né meno che finzione. Niente, o quasi, di ciò che vediamo in televisione è vero, nel senso più semplice del termine. Neanche i talk show, che sono (appunto: nessuno ci pensa mai) veri e propri show, con gente che si accapiglia, che urla, che si manda a quel paese, che si insulta. Dopo, pensate che quelli lì si tolgano il saluto? Figuriamoci. Amiconi più di prima. Del resto, è stato solo uno show. Visto che siamo in Italia: una sceneggiata.

 

Oppure guardate i telegiornali. Tutti, nessuno escluso. Basti dire che come cambia il governo, cambiano anche le notizie. E sensibilmente. Sono uno sguardo sulla realtà? Ma dai, non scherziamo. Tant’è vero che l’unico Tg che fa inchieste ‘sul campo’ (spesso nel senso proprio del termine: campi incolti là dove doveva sorgere una stazione, un ospedale, una scuola, già finanziati, iniziati, e poi rimasti erbaccia) è Striscia la notizia, del maghetto Antonio Ricci, che infatti sopravvive da decenni, intatta. È un caso che non ha simili al mondo.

 

La Tv, quindi, e scusate se sintetizziamo, ha assunto  – al ribasso – il ruolo del cinema, che è finzione per definizione, se ci passate la rima. E che invece, in qualche modo, spesso ci porta la realtà o almeno una realtà plausibile in sala. Pensate a Gomorra, tanto per dire, e a una delle (rare) inchieste sulla camorra in Tv. Quale vi fa più impressione? Quale vi sembra più vera?

 

Il caso più insopportabile di finzione in Tv è la cosiddetta usanza del playback. Che è, lo sapete, quello che si vede quasi sempre quando un cantante o un gruppo musicale vanno in una trasmissione televisiva. Non suonano, fingono di suonare. Non cantano, fingono di cantare. ‘Dietro’ si sente il Cd che loro hanno registrato da tempo, e che voi siete invitati a comprare. Una presa per il culo, diciamo la parola scusandoci con i genitori facili allo svenimento di cui sopra.

 

I Muse sono un gruppo di tre ragazzi inglesi intelligenti. Stanno promuovendo, come si dice, il loro ultimo Cd. Così sono stati catapultati a Quelli che il calcio, con la sguaiata Ventura – che dirigeva come giudice anche X Factor, come è arcinoto, un programma indecente che dovrebbe ‘lanciare’ giovani talenti musicali. Si direbbe che è un’esperta. I soliti prostituti intellettuali (stiamo citando il grande Mourinho) la chiamano Supersimo. No comment, che è meglio.

 

I Muse hanno dovuto, ovviamente, cantare e suonare in playback. Per obbligo. Allora hanno fatto uno scherzo: se finzione ridicola deve essere, che lo sia. In altre parole: si sono scambiati i ruoli. Il batterista fingeva di essere il cantante. Il cantante fingeva, in modo grottesco ed esilarante, senza andare a tempo e divertendosi lui stesso, di suonare la batteria, e così via. Dei tre, nessuno faceva il suo mestiere.

 

Voi pensate che l’espertissima Ventura si sia accorta di qualcosa? Neanche per idea. Anzi, ha intervistato il batterista, quello vero, senza accorgersi di niente, credendo che  fosse il cantante (che preparazione anche dietro le quinte, ragazzi). Eppure, l’avrebbe visto un cieco che una batteria in quel modo non si può suonare neanche per scherzo, che il bassista improvvisato non teneva neanche un dito al posto giusto e pizzicava le corde a caso. Voi pensate: cavolo. Quell’incompetente sarà stata almeno sanzionata, non si dice licenziata. Come faceva a giudicare i ‘talenti’ in erba una che neanche sa come si fa ad andare a tempo?

 

Figuriamoci. Ma noi non ci indigniamo per questo esempio di incapacità e di scambismo (la Ventura vi sembra che faccia il suo mestiere?), che è nato da uno scherzo intelligente che è divenuto un disvelamento della finzione e dell'incompetenza della Ventura. O meglio, ci stavamo indignando con la Rai che da anni è in mano di questa sguaiata, quando abbiamo per caso (non lo guardiamo mai) acceso il programma della D’Urso su Canale 5, dedicato in apertura ai militari morti in Afghanistan. Come al solito, c’erano commentatori più o meno improvvisati in studio. Facce contrite come da contratto. Fra queste, quella gonfia di Alba Parietti, elevata in un sol colpo al rango di esperta (quindi, anche lei una scambista: è quello il suo ruolo?) anche della guerra afghana.

 

Qui, onestamente, ci siamo indignati. Almeno avesse parlato in playback.






 
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