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Il gioco della riconoscibilità

di Marco Luceri
  Basta che funzioni
Data di pubblicazione su web 25/09/2009  

Esisterebbe un film di Woody Allen senza i titoli di testa bianchi su fondo nero, il jazz, l'ambiente metropolitano (preferibilmente New York, anzi Manhattan), la ricca borghesia liberal e intellettuale con le sue ridicole nevrosi e le sue sconfortanti paure? No. Ecco allora che l'ultima fatica del regista americano (dopo la trasferta europea, con tre film britannici, Match Point, Scoop e Sogni e delitti, e uno spagnolo, Vicky Christina Barcelona) sembrerebbe riportarci a un ennesimo punto di partenza, come se il cinema di Allen tendesse ormai a un ripiegamento senile su se stesso, con un corollario di situazioni, luoghi, battute perennemente uguali e perfettamente riconoscibili dallo spettatore. Naturalmente questo è vero solo in parte. Almeno per questa volta.

E' una commedia romantica a tutti gli effetti Basta che funzioni e il protagonista Boris Yellnikoff (Larry David) è chiaramente l'alter-ego dell'Allen attore-autore che questa volta non ha prestato il volto e il corpo al personaggio. Misantropo e brontolone, Boris trascorre le sue giornate sproloquiando sull'inutilità del tutto, sull'assenza di significato delle aspirazioni umane e sul caos totale dell'universo. Ma Boris non è sempre stato così: ex professore alla Columbia University (autoproclamatosi genio candidato al premio Nobel per la Meccanica Quantistica), era sposato con l'affascinante e ricca Jessica, e viveva in un lussuoso appartamento nei quartieri alti di New York. Poi tutto è cambiato a causa della sua perenne disperazione e si è ritrovato a vivere nei quartieri bassi e con un divorzio alle spalle. Una notte, Boris incontra la bella Melody (Eva Rachel Wood), una ragazzina originaria del Mississippi, in fuga e in cerca di un riparo. Boris la accoglie in casa e da quel momento la sua vita subisce un ulteriore cambiamento. La fortuna e la felicità sembrano finalmente sorridergli di nuovo, ma poi i genitori di Melody giungono a New York. Il loro arrivo scatenerà un gorgo di imprevisti intrighi sentimentali il cui esito renderà consapevoli tutti i protagonisti del fatto che in amore non ci sono regole e che per quanto stravagante o straordinaria possa sembrare una relazione, è quel che serve per andare avanti nella vita.

Niente di nuovo, dunque: il perimetro poetico e stilistico del mondo raccontato da Allen in questo nuovo film non si sposta di un millimetro da quello descritto in tanti altri film precedenti, anche se dopo la "trilogia europea della colpa" è innegabile che questo sia un ritorno scoppiettante e sorprendente se si pensa che, appunto, il nostro gioca tutto sul registro della riconoscibilità. A ben pensare però questa sorta di ronde sgangherata cresciuta sul nichilismo sempre più (apparentemente) asfissiante del suo autore ha il miracolo di far resuscitare tutta la comicità irriverente e tranciante di Allen (soprattutto verso la pretesa e auspicata austerità religiosa e sessuale dei suoi concittadini repubblicani del sud): ciò che colpisce nel film è soprattutto lo straordinario uso della battuta fulminante che fa del personaggio di Boris una sorta di novello, solitario predicatore in pantofole e vestaglia, ridicolo di per sé e di fronte al mondo, tuttavia capace di plasmare con la sua diversità fuori tempo e fuori luogo la coscienza docile e sciocca di una ragazzina del Mississipi. E', questo, il significato della comicità allo stato puro, quello di mostrare il non senso del mondo attraverso una risata dolorosa e solitaria, proprio perché l'umanità, ci suggerisce Allen, di costruire un senso ha bisogno. E sta qui la sua tragedia.

Non è un caso infatti che Boris, sia all'inizio che alla fine della pellicola, si rivolga direttamente allo spettatore, disvelando il meccanismo finzionale del film, la sua artificiosità, la sua pretesa di costruire una rappresentazione della realtà anch'essa densa di significati. Il fatto che in Basta che funzioni egli sposi interamente la traiettoria della riconoscibilità permette ad Allen di prendersi tutte le libertà possibili e di concentrare l'azione del film non sulla girandola dell'imprevisto, ma proprio, e qui sta la sua grandezza, sul ritmo della battuta e cioè sul capovolgimento del mondo. Alla fine, della situazione di partenza non resta nulla: tutti i personaggi, come un mazzo di carte, sono stati rimescolati e sono l'esatto opposto di quello che erano quando ci sono stati presentati. Anche Boris, che inveendo contro il mondo è arrivato, alla fine, a ridere anche di se stesso e quindi a comprenderlo.

 

Basta che funzioni
cast cast & credits
 



La locandina


 
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