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Quarantaquattro gatti

di Roberto Fedi
  Quarantaquattro gatti
Data di pubblicazione su web 15/07/2009  

Come sanno benissimo tutti quelli che scrivono (noi compresi) o che parlano in pubblico (idem), non c’è di peggio che voler fare dell’ironia senza esserne capaci. Non c’è conferenziere che non abbia ogni tanto un incubo: lui parla a un pubblico, dice una battuta di spirito, e tutti zitti e in silenzio. Terribile. Ed è ancora più drammatico se costui cerca di spiegare la battuta: uno strazio. Da cambiare mestiere.

Non si vede perché non dovrebbe cambiare mestiere il giornalista di RaiTre che domenica sera, al TgTre, parlando del papa che sta per andare in vacanza in Val d’Aosta, ha detto queste testuali parole (che riferiamo dal «Corriere della Sera»): «Domani il Papa va in vacanza e ci saranno anche due gatti... che gli strapperanno un sorriso, almeno quanto i proverbiali quattro gatti, forse un po' di più, che hanno ancora il coraggio e la pazienza di ascoltare ancora le sue parole».

Ci avete capito qualcosa? Noi no. Allora il direttore del TgTre Di Bella (uno che resiste inossidabile non si sa perché al suo posto, visto il triste Tg che fa) si è sentito in dovere di spiegare la battuta: abbiamo appreso così che il riferimento del vaticanista (!) era ai due gattini, uno grigio un po' malandato e uno bianco e nero, dal pelo lucido e folto, che il Pontefice dovrebbe trovare nella villetta di Les Combes, in Val d'Aosta, dove trascorrerà un periodo di riposo.

Come volevasi dimostrare, è peggio il tappo del buco (del resto lo diceva anche Martin Kessel, scrittore tedesco: interpretare le battute di spirito è come mettere dei ferri da cavallo alle farfalle. E figuriamoci, aggiungiamo noi, quando le battute sono lievi come ippopotami).



E che c’entrano i gatti? E soprattutto i quattro gatti? O i quarantaquattro, nel caso? Boh. Non si tratta qui di essere papalini (noi non lo siamo neanche un po’), o ossequiosi verso il papa (idem come sopra), o cattolici osservanti (idem idem). O amicissimi degli animali, al punto da sconsigliare loro la vicinanza del pontefice. È che noi siamo attenti alla retorica, all’ironia, alla levità del discorrere. Non siamo come Oscar Wilde, che avrebbe dato la vita per una bella battuta, ma possiamo capirlo. Qui non si sorride neanche a scommetterci. Provate a sostituire al papa qualsiasi personaggio (D’Alema, Berlusconi, Obama, vostra zia o chi vi pare), e il risultato è lo stesso: una tristezza.

La questione sarebbe rimasta nel novero delle cose di pessimo gusto, se non fosse subito divenuta un fatto politico – ci mancherebbe. Perché tale Giorgio Merlo (Pd: e ti pareva), vicepresidente della Commissione vigilanza, è andato su tutte le furie e ha parlato di «deriva anticlericale, singolare e volgare». Cavolo. Vedete se è giusto che ci sia una Commissione Vigilanza Rai? Accidenti se vigilano.

Da cui la risposta allarmata del Di Bella, le scuse, e l’assicurazione da parte del suddetto di aver già strigliato a dovere il giornalista reo. Siamo tutti più tranquilli, adesso.

Ora: pensate a quanta carta, tempo (compreso il nostro), meningi (poche) ha fatto sprecare una battuta che non avrebbe fatto ridere neanche una jena ridens. Vedete che l’ironia è una mano santa (stiamo o no parlando del papa?), e le battute insulse fanno male?

Perché c’è un codicillo, a questa nota estiva (e poi dice che il sole fa bene). A Les Combes, dove il papa va a riposarsi delle sue fatiche, non c’è un gatto neanche a cercarlo. Lo ha spiegato Osvaldo Naudin, sindaco del comune: «Non ci sono gatti nello chalet del Papa e nemmeno nei dintorni». A questo punto però la stampa sempre attenta alle cose serie, il TgTre, Di Bella, e in primis il Giorgio Merlo (nonché Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, anch’egli intervenuto in questo G8 dell’informazione) dovrebbero spiegarci il busillis: com’è che è nata la strabiliante notizia? E i gatti, ci sono o no? O sono paparazzi travestiti, pronti a cogliere qualche velo di suorina (idest: velina) di passaggio a Les Combes?

Ultim’ora. Si apprende adesso che il vaticanista spiritoso (!!) Roberto Balducci è stato rimosso dall’incarico al laico (buona questa) Tg3. Si occuperà d’altro. A questo punto siamo fiduciosi che lo stesso trattamento sarà riservato a chi fa lo spiritoso su D’Alema, Berlusconi, Veltroni, Bersani, Franceschini, Bondi, ecc. ecc. Faremmo un’eccezione solo per chi sfotte Di Pietro e Casini (ma per personali idiosincrasie, pardon).





 
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