Mentre la casta dei politici elegge alla presidenza della Commissione di Vigilanza Rai lultraottantenne Zavoli, al termine di una vicenda così grottesca e deprimente da renderla innominabile, i Tiggì si scatenano giorno e notte sul caso della povera ragazza Eluana, morta 17 anni fa in un incidente stradale. Cosa che, alla roboante Commissione di Vigilanza, non interessa evidentemente niente.
Siamo personalmente indignati, schifati, orripilati da come i media, e la televisione in primis, si sono buttati sulla vicenda. Minuti di trasmissione in tutti i tiggì, segnatamente quelli della Rai, ente pubblico, dedicati con inviati al seguito a far vedere la clinica, lambulanza che trasporta quello che può essere considerato in ogni senso un cadavere (ci dispiace usare la parola, ma questo è); e ancora le manifestazioni indegne, di gente che è per la vita ma non esiterebbe un attimo a votare a favore della pena di morte, di decerebrati che non risulta che abbiano fatto alcuna gazzarra né innalzato cartelli per lindiano bruciato, per i barboni ammazzati per divertimento, per le ragazze stuprate, per i bambini violati dai preti.
Non guardiamo questa roba immonda. Spengiamo il Tiggì. Scegliamo il silenzio, una volta tanto. Non guardiamo le foto della povera ragazza quandera viva e bella, e per un secondo – mica tanto: un secondo – immaginiamocela invece come devessere ora, dopo quasi 20 anni di non-vita.
Comportiamoci una buona volta come un paese di individui civili. Spengiamo la televisione.
Proviamoci.
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