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Che palle che fa

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 26/01/2009  

A Che tempo che fa, Rai Tre, come dire la trasmissione televisiva più inutile che esista in Europa  se non quando c’è Teocoli (e per alcune – non tutte – scenette di Albanese), arriva, in aereo privato si capisce, Carla Bruni in Sarkozy; cioè la moglie del presidente francese, il cui nome i giornali italiani, banalmente e scioccamente come sempre, da un po’ di tempo insistono nello scrivere Carlà, con l’accento sulla à. Mah (senza accento).

Viene naturalmente per promuovere, come suol dirsi, il suo ultimo album, il cui ricavato come spiega andrà (con l’accento) in beneficenza. O bravà. Infatti canta due canzoncine così insulse che quelle di Françoise Hardy negli anni Sessanta al ricordo sembrano brani di Mozart. Ma Fazio, che si sdraierebbe anche davanti alla moglie di Burlesconi (ops! c’è scappato l’errore di battitura), la guarda come probabilmente a Lourdes la pastorella guardò la Madonna o quel che era: «sono incantato», dice. E i due si danno del tu, perché si sa, fra Grandi.

Nella breve ma illuminante intervista però la Carlabruni ha rivelato agli italiani alcune cose fondamentali, che qui elenchiamo per i posteri – il web, si sa, rimane nei secoli o così sembra. Eccole (Fazio, intanto, praticamente era in estasi):

1) Lei era di sinistra, anche se non militante; ma da quando ha sposato il presidente di centrodestra lo è un po’ meno; ma comunque non si intromette, bontà sua;

2) Essere di sinistra significa «sentirsi toccata dai problemi che uno non ha, tener conto delle grandi ingiustizie senza viverle». Che è una definizione che speriamo non vada persa, ora che la sinistra è un po’ in crisi;


3) Che la sera a cena – scoop! – i due parlano: «Non mi intrometto – sussurra – La sera, a cena, gli dico quello che penso come persona e questo gli è utile perché, con tutti gli impegni che ha, non ha molte occasioni di aver contatti con le persone». Mentre Carlabruni, come par di capire, ha il polso della nazione, va al mercato, in treno, ecc. ecc. Ri-bravà;

4) Che l’Eliseo è un bel posto, ma è l’ufficio del marito e quindi lei lì non ha un luogo adatto per comporre la sua musica: dal che par di capire che in quel palazzone non ci sia neanche uno stanzino vuoto per una chitarrina (che la signora suona – suona? – peggio di una principiante: nota del sottoscritto);

5) Che l’elezione di Obama «è stata un evento storico, fantastico»: e qui siamo rimasti pensosi perché, cavolo, mica ce ne eravamo accorti;

6) Che quello con il Dalai Lama è stato «un incontro eccezionale» e stop;


7) Che quando ha incontratola Regina d’Inghilterra era emozionata e ha passato ore e ore con John Galliano (lo stilista di Dior, come abbiamo appurato) a cercare un cappellino;

8) Che quando il marito compirà 54 anni gli vuol regalare una lettera autografa di De Gaulle (è così emozionante vedere le lettere autografe dei grandi uomini);

9) Che con la mancata estradizione del Battisti non c’entra nulla (nessuno che avesse un minimo di buonsenso l’aveva pensato: solo i giornali italiani).

Ci manca il numero 10, perché nel quasi-decalogo non ci viene in mente nient’altro di memorabile. Ma , ragazzi, questa novena speriamo proprio che non ve la siate persa.

Eh, la Francia è sempre la Francia, anche quando la presidentessa ha la doppia nazionalità (era la notizia-bomba numero 10, ma ce ne siamo ricordati ora, pardon).





Che tempo che fa

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