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Fiorello in the Sky with Diamonds

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 20/01/2009  

Che Kakà andasse al Manchester City inseguendo i miliardi di qualche nababbo mediorientale non ce ne interessava un bel nulla. Che Fiorello, inseguendo gli stessi – magari un po’ meno – di Murdoch vada come sembra certo su Sky ci dispiace, e non poco. Spieghiamo perché.

L’uomo, Fiorello vogliamo dire, è intelligente. E bravo: a parere nostro, il più bravo entertainer d’Europa. Chiaro che facesse gola a molti. Che fosse abile l’abbiamo già detto nell’articolo precedente a questo: sapeva dosarsi, evitava la noia da video, aveva capito che più si è bravi meno bisogna esporsi. Solo i mediocri mettono il faccione sempre lì, sullo schermo. Perché se ne escono, nessuno se li ricorda più. Si vedano, a riprova, i politici: anche a costo di farsi sputtanare in qualche trasmissionaccia o talk show non rifiutano un invito in Tv che sia uno, anzi li sollecitano. Se non appaiono, qualsiasi cosa dicano, non se li fila più nessuno.

Ma Fiorello se ne va. Avrà le sue ragioni, si capisce. Ma il fatto è interessante perché ahimè traccia un solco. E lascia un vuoto di intelligenza. Da oggi, se le cose stanno davvero così come sembra, avremo in video questa distinzione: da una parte la Rai e Mediaset, con scarsissime trasmissioni decenti, molti telefilm americani, e pattumiere da ogni dove: Isole, Talpe, talk show dove la gente si incavola e se ne va, Tv prestata a giochetti partitici da prima Repubblica (anzi: peggio), spreco di denaro, telegiornali telecomandati (nel senso di comandati da lontano, cioè dal Palazzo o Villa che dir si voglia), calcio e poi calcio e poi calcio parlato o bofonchiato, Grandi Fratelli ormai ridotti a Grandi Bordelli, spazzatura di quiz da fiere di paese, Miss Italia e Sanremi da sbadiglio e da Anni Cinquanta. Dall’altro Sky, che piano piano deve aver capito che chi guarda la Tv è stufo di quella gente, di quei giochini, di tettone al vento e di culi, e magari sta entrando nell’idea che, forse, c’è anche uno spazio per qualcosa di diverso.

Già si è assicurata i campionati di calcio del Sud Africa, nel 2010. Non è la cosa in sé che ci interessa: è il segnale che dà agli utenti. Ora Fiorello, che ci dispiace di più. Chissà perché non hanno preso il Conti o i pacchi o Simona Ventura.

È il futuro, ragazzi. E noi qui a discutere fra Veltroni, Berlusconi, Fini e Schifani sulla presidenza della Commissione Vigilanza della Rai (che non serve a nulla ma costa), dove c’è un signor Nessuno che non se ne vuole andare senza patti di ferro per il futuro, e dove vogliono mettere un ultraottantenne. E dove la Rai assomiglia sempre più all’Alitalia, più o meno.

Ma perché Murdoch non si è presa tutta la Rai con Santoro in testa, lasciandoci Fiorello?

PS uno. Per i più giovani e meno informati: il titolo è un adattamento di una canzone dei Beatles, celebre (1967: dall’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band). Dove al posto di Fiorello c’era Lucy, ma insomma.

PS due. Il Milan Kakà alla fine se l’è tenuto. Mica pirla. La Rai Fiorello l’ha mandato via o almeno se l’è fatto scappare. Che ... (ognuno qui può mettere, a seconda anche della tendenza linguistica regionale, l’aggettivo che gli pare).








Se Fiorello passa a Sky

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