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Mannaggia a Napule

di Roberto Fedi
  Mannaggia a Napule
Data di pubblicazione su web 01/01/2009  
Beh, lo sapete: il primo dell’anno si è sempre un po’ tristi. La sera prima, bene che vada, si è bevuto troppo e si son fatte le ore piccole; le città sono deserte (anche gli Uffizi erano chiusi: vergogna); ahimè è passato un altro anno.

Insomma, ci siamo alzati tardi. Mezzi rintronati siamo andati vagando per la casa. Sapete come succede in questi casi: nel pomeriggio abbiamo acceso la televisione. E lì siamo rimasti di sasso.

Voi chiederete perché. Dio santo: c’era gente su un palcoscenico vestita da estate, il pubblico seduto all’aperto era scollacciato, c’era un cielo blu, tutti contenti (o almeno sembrava), mentre una presentatrice di quelle bellocce e basta ma con le tette fuori presentava gente che arrivava lì in vestiti leggeri e abbronzata. Insomma, un film di fantascienza, di quelli in cui uno si addormenta e si sveglia in un’altra dimensione, in un futuro lontano come quello di Guerre stellari.

Siamo crollati sul divano. Ma quanto abbiamo dormito? Poi, passato un po’ lo choc, s’è guardato meglio. Futuro? No, accidenti: ci eravamo svegliati nel passato. Ma un passato remoto: per esempio a un certo punto è arrivato sul palco uno che assomigliava tutto a Mario Merola giovane. E che cantava una roba tipo 'i figli so’ pezz’ e' core', e quasi piangeva. Sbalordimento. Ma subito dopo ecco una nana in vestito lungo bianco, brutta proprio come il passato, e ha cominciato a cantare (beh, cantare è dire troppo) una canzoncina de Roma. E poi è arrivata una belloccia che sembrava la mamma di Sabrina Ferilli, che ha stonato una canzonetta quasi irriconoscibile. Prima, un servizio da agenzia di turismo di provincia, con una tizia mezza nuda che ci faceva conoscere il mare blu di Capri – sconosciuto, come potete capire. Poi è arrivato anche il nonno di Al Bano, che assomiglia tutto – ma guarda un po’ le leggi dell’ereditarietà – al nipote, ma canta male come lui. Mentre si guardava sbalorditi questo miracolo tremendo, qua e là spuntavano onorevoli e amministratori napoletani (tutti in libertà: per questo ci sembrava impossibile), contenti e in abito da cerimonia, e marcato accento de Napule.

E tutti cantavano canzune napuletane. Ma dove eravamo? Beh, amici: che ci crediate o no, era un programma (Napoli prima e dopo) registrato in estate, già andato in onda (ci pare) di luglio (2008: ma avrebbe potuto essere anche il 1908), e replicato evidentemente per la sua bellezza il primo gennaio, su Rai Uno. A quel punto l’abbiamo guardato un po’, perché bisogna pur scontare qualche peccato il primo dell’anno. Mai vista una cosa così: le peggiori napoletanate cantate dai peggiori dei cantanti napoletani (quelli che strillano, per intendersi), con gente sconosciuta ma napuletana, che lì sul palco con la stangona con la coscia fuori reclamizzava ovviamente il suo dischetto, e anticipava un programma in teatro (teatro?) che naturalmente c’è già stato. E la presentatrice che era capace senza ridere di dire cose del tipo 'questa città, una perla incastonata nel mare' e roba così. Insomma, una cosa mai vista.

Ora, Napule ci risulta che abbia avuto nei mesi scorsi, e abbia oggi, problemi di incastonamento, diciamo così, un po’ seri. Altro che maruzzella maruzze’ o funiculì funiculà. E invece lì (estate 2008) tutte cundende, tutte a sospira’ pe’ Nnapule, tutte a miagolare canzoncine da far rizzare i capelli anche a Nino D’Angelo, che da lontano sembra un bambino e da vicino il mi' nonno, e che cantava ‘na canzona orrenda con aria ispirata come se avesse visto la Iervolino, non si dice la Maruonna.

Ma  a un tratto è arrivato uno, faccia da sagrestano che non s’è fatto la barba (si sa, i sagrestani…), che ha annunziato la prossima (!) apertura in agosto 2008 ci pare a Roma di una grande mostra dedicata alla Madonna di Lourdes. Qui siamo andati in confusione. Sia perché ci sembrava che la Maruonna a Napule non fosse mai apparsa (semmai san Gennaro); sia perché abbiamo avuto un sospetto che ci ha roso fino a che non siamo tornati a letto.

Ma  che tutto questo fosse ‘nu miracule?

PS Uno. Quello che sembrava Mario Merola giovane, accolto da applausi degni di un Presidente della Repubblica, abbiamo appurato che è il figliolo del suddetto (quindi, ‘nu pezz’e' core). Ma  perché le colpe dei padri debbono sempre ricadere sui figli?

PS Due. Questo bel programmino ottocentesco va anche in onda all’estero su Rai International, per gli emigrati o comunque gli italiani fuori d’Italia. Che, se sono normali, col cavolo che ritornano da quelle terre assaje luntane.

PS Tre. Ma come si fa a non licenziare uno, chiunque sia, che ha messo nel ‘palinsesto’ una roba così?


Napoli prima e dopo

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