Nel Ridotto del Teatro Mercadante di Napoli è andato in scena, dal 13 al 23 novembre, Un eccesso di zelo di Manlio Santanelli con la regia di Nello Mascia. Il testo, allestito per la prima volta nel 1995 a Parigi al Théâtre Clavel, è arrivato in Italia, in anteprima nazionale, solo di recente al Teatro Massimo per la ventottesima edizione di Benevento Città Spettacolo.
I personaggi e i dialoghi di Un eccesso di zelo rimandano alla visionarietà, alla trasgressione, alla follia, al delirio, al mal di vivere delletà contemporanea. La lingua teatrale di Santanelli si basa generalmente sul dialogo muto, sulle comunicazioni impossibili, su coppie di personaggi immersi in una astratta contemporaneità.
Imma Villa in una scena dello spettacolo
La storia è quella di una coppia allapparenza “normale” che vive la sua quotidianità tra il lavoro, i figli e la casa. Non appena i due sincontrano-scontrano prendono forma, fin dalle prime battute, le loro inquietudini e le loro personalità disturbate. Imma Villa, nelle vesti della casalinga Aurora Liberti, riesce a trasmettere, con una studiata mimica facciale e una gestualità ben controllata, limmagine di una donna smarrita, lontana da se stessa e dal mondo. La donna santanelliana è spesso maniacale, soffocante, possessiva, e tale è la lettura interpretativa dellattrice. Nello Mascia carica Ivio, il suo personaggio, di unespressione grottesca mescolando rigore stilistico e creatività. Fernando Pannullo riesce gradualmente a condurci, attraverso i gesti e le parole, in unaltra identità negata, quella di Demetrio, un vedovo dallambigua sessualità inconfessata. I tre personaggi si muovono in una scenografia essenziale, minimalista, rarefatta dai giochi di luce di Lucio Sabatino.
Imma Villa e Nello Mascia in una scena dello spettacolo
Mascia, nelle vesti di regista, riesce a legare insieme il tragico e il comico, per contrasto, dalla scena degli schiaffi - tra i due coniugi che come in una lenta danza si percuotono a vicenda- al salto nel vuoto di Aurora. Lallestimento è condotto nel pieno rispetto dellopera, in due atti, la storia è ben strutturata tra colpi di scena e battute cadenzate dal ritmo crescente. Alla fine della storia i tre personaggi ritroveranno il loro equilibrio in una soluzione paradossale di comune anormalità. Il messaggio santanelliano è forte e chiaro la famiglia è in via di estinzione come le identità e lintelletto.
|
|