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Una donna moderna

di Marco Luceri
  Changeling
Data di pubblicazione su web 26/11/2008  
C'è un modo, oggi, nel cinema, di essere classico e moderno allo stesso tempo; è un modo di saper raccontare storie forti e dure sull'America e sul mondo senza troppi fronzoli, partendo dalla Storia, sì, proprio quella con la "S" maiuscola. Che poi esse abbiano i contorni sfumati di un dittico sulla seconda guerra mondiale (Flags of Our Fathers e Letters from Iwo Jima), o siano le dolorose discese all'inferno di uomini e donne dalle vite incontrollabili (Mystic River e Million Dollar Baby), o ripropongano addirittura un vecchio caso giudiziario di una torbida Los Angeles in odore di Grande Depressione (Changeling), forse poco importa. Purtroppo, o per fortuna, questo modo di concepire il cinema come un grande affresco epico sulla condizione umana appartiene a un solo maestro: Clint Eastwood.



Non sbaglia mai un film, Eastwood, perché probabilmente crede ancora nel valore della scrittura, della drammaturgia, della costruzione visiva, fatta di grandi movimenti di macchina, di scenografie, luci, musica, costumi, ambienti, il tutto legato assieme da un montaggio invisibile che ricompone instancabilmente azioni e tempi che le ellissi continuamente spezzano. Crede insomma che il cinema serva ancora a qualcosa, e non sia buono solo per confezionare belle immagini e buone storie, ma abbia la capacità di sferrare nei confronti dello spettatore dei veri e propri pugni allo stomaco. Dentro e fuori il film, dentro e fuori lo studio-system, forse Eastwood è l'unico autore oggi capace di sbattere una diva di Hollywood (un' Angelina Jolie rinsecchita a dovere e dallo sguardo intensissimo) sulla scena del mondo e farle tirare fuori tutta la profondità e il malessere di una donna qualunque che subisce l'orrore più grande: la perdita del proprio figlio e l'accusa di non saper essere madre.



E', questa, la frattura più profonda che percorre il terreno di questo ultimo film, Changeling: la frantumazione del personaggio della signora Collins in tanti pezzi. Se all'inizio del film è la madre qualunque, premurosa e ansiosa per il proprio figlio, successivamente, dopo aver perso Michael, rifiuta di riconoscersi nei meccanismi che la società e il mondo hanno frettolosamente messo insieme per riempirle il vuoto e alleviarle il dolore. Del resto lei dovrebbe continuare a essere quella che era prima, affrontare le proprie responsabilità e non fuggirle, perché così si fa, così è scritto, così "è corretto", e perché tutti hanno bisogno dell'happy ending, come dice l'impeccabile capitano J. J. Jones (Jeffrey Donovan) quando consegna a Christine il falso figlio. E' proprio nel rifiuto di questo riconoscimento politico, mediatico e sociale che prende corpo, attimo dopo attimo, il personaggio della signora Collins, in questo suo brusco risveglio che la porta dalle rassicuranti quattro mura domestiche alle strade corrotte e violente del potere cittadino.



E' qui che inizia la sua discesa all'inferno, che è poi nient'altro che la difesa dei propri diritti naturali nei confronti di uno Stato mascherato dietro una sorta di trincea eretta a giustificare ogni suo singolo atto sotto una schiacciante ridda di carte, regolamenti e consuetudini più importanti della vita dei cittadini. La regola del gioco è proprio questa: mai disturbare il manovratore, che in questo caso assume le mefistofeliche sembianze del sindaco, del capo della polizia e degli alti funzionari del dipartimento. Christine Collins diventa allora la scheggia impazzita, la pedina incontrollabile e imprevedibile di un gioco molto più grande di lei e del suo caso e, come spesso succede nel cinema di Eastwood, è proprio il personaggio apparentemente più inerme a far crollare, piano piano, il castello del potere che si crede indistruttibile.



Se la figura, infatti, del reverendo Briegleb (un sempre più insopportabile e monocorde John Malkovich) è funzionale allo scioglimento di alcuni importanti snodi narrativi (incoraggia la donna a combattere, la salva dal manicomio e le trova un ottimo avvocato per il processo contro il dipartimento di polizia), è il personaggio dell'onesto detective Lester (Michael Kelly) a fare da vero contraltare a Christine: sulle sue indagini, eseguite in barba agli ordini superiori, si innestano sia lo scioglimento del giallo (trova il sanguinario serial killer dei bambini, in un crescendo da film horror), sia la spinta decisiva al ristabilimento delle parti appropriate, con la polizia che finalmente da' la caccia ai veri cattivi. Changeling quindi, che si muove per la quasi totalità su due binari narrativi paralleli, alla fine trova la sua unità su più piani, il più importante dei quali è sicuramente quello morale: una donna e un uomo in lotta contro il potere per il ristabilimento della giustizia e della verità si muovono in un mondo in cui i confini tra buoni e cattivi sono definiti, ma mai definitivi. Lo stesso pluriomicida, il custode del segreto della fine di Michael prima del colpo di scena finale, tenta di redimersi cercando un improbabile parallelismo tra la sua vicenda e quella di Christine, entrambi perseguitati. Ciò che non ha lui, a differenza della donna, è la sete di una verità terrena e non di quella celeste, che sa tanto di autoassoluzione (il desiderio di un rifugio nella redenzione divina è un altro degli aspetti più interessanti del film, e sembra proseguire quella riflessione problematica sulla religiosità americana già presente in Million Dollar Baby).



Alla fine del film, con la condanna di tutti i colpevoli, la giustizia trionfa e finalmente ognuno può tornare al suo "giusto" ruolo. Tranne proprio la signora Collins che, smessi i panni dell'eroina, continuerà fino alla morte (come ci suggerisce il lungo dolly finale, con le didascalie stampate sulla città in bianco e nero, la stessa, forse, del citato Accadde una notte di Frank Capra) a cercare il povero Michael, forse morto, forse vivo. Questo il film non lo chiarisce ed è un bene perché permette di leggere nell'angustiato volto della Jolie tutta la solitudine e la speranza di un personaggio ormai irrimediabilmente compromesso con le brutture del mondo, una donna sospesa con un passato da superare, un presente da sopportare e un futuro da scrivere all'infinito. Più moderno di così...




Changeling
cast cast & credits
 
 



 

 

 

 

 

 

 

 


 



Clint Eastwood


 
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