drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Un abile esercizio formale

di Laura Bevione e Diego Visone
  Genesi - from the Museum of Sleep
Data di pubblicazione su web 20/03/2001  
Uno spettacolo unico e inutile. Romeo Castellucci stavolta s'è perso in contorte elucubrazioni registiche, che hanno dato dei risultati molto discutibili. Il palcoscenico è trattato dal regista come un'enorme e flessibile tela. Attori immersi in un ambiente asettico, ma carico di tensione, inquietante, a tratti avvolgente. L'atmosfera greve è resa in modo eccellente con l'intensità, i colori e i puntamenti esatti dei proiettori, in modo tale da ottenere, in fondo, una sensazione di freddo, di non umano, di diabolico. Tra i sensi dello spettatore, Castellucci, si ricorda anche dell'olfatto pervadendo la sala con gas di scarico. Una scenografia particolare immergeva in un indecifrabile luogo di confine, in cui coesistono il male proprio dell'uomo e quello soprannaturale, rappresentato dal maligno.

L'uso di 'accessori scenografici' meccanici, quali ad esempio la mano che nella sua forma ricorda Escher, la spada di fuoco dell'Arcangelo Michele - e non Gabriele, come indicato dal programma di sala - completano lo straordinario effetto visivo dello spettacolo. Ma la scenografia, le luci, l'atmosfera e le ricercate scelte musicali non sono sufficienti da soli a dare vita ad una rappresentazione. Gli attori, che dovrebbero essere l'anima dello spettacolo, sono in realtà fagocitati dalla 'struttura', con la sola differenza che invece di essere inquietanti diventano irritanti. Essi danno origine a una performance totalmente monoritmica, esibizionistica e incapace di comunicare, poiché il linguaggio dei loro corpi - vista un'assenza pressoché totale di parole - non esprime assolutamente nulla.

Un esempio è dato dai raffinatissimi contorsionismi della nascita dell'uomo, purtroppo fini a sé stessi e degni di un meraviglioso circo asiatico. Da salvare solo l'interpretazione di Franco Pistone nella parte del diavolo: la sua bravura, nella sua breve apparizione, ha lasciato un segno, forse anche perché circondato dal nulla.
Se dunque, la qualità visiva e la cura dell'allestimento sono indiscutibili, la sensazione è di fastidio. Castellucci non vuole certo lasciare indifferente lo spettatore, però riesce a stimolarlo solo superficialmente: genera sì irritazione, ma epidermica. Questa è incapace di essere un reale pungolo che, scuotendo prima la sensibilità del pubblico, giunge ad attivarne il pensiero.

Un abile e intellettualistico esercizio formale: il regista è ben consapevole delle proprie doti di costruttore di immagini e di orchestratore di movimenti e di suoni, ma pare dimenticare che la forma, benché elaborata e accattivante, deve essere riempita di un significato che, amalgamato a essa, giustifichi la necessità dello spettacolo. Genesi è stata una messinscena esaltata dalla critica e riconosciuta con il premio Ubu 2000 come la migliore della scorsa stagione. La Raffaello Sanzio  meritava per la sua carriera di essere premiata, ma perché farlo con lo spettacolo più brutto?

Genesi - from the Museum of Sleep
cast cast & credits
 
 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013