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Un'opera da seguire ad occhi chiusi

di Sara Mamone
  Famiglia di Ifigenia (comparse) - Atto 1
Data di pubblicazione su web 28/06/2008  

Gli ori del teatro più sovraccarico del mondo (l’opera Garnier alla quale l’opera Bastille ha sottratto gli allestimenti più tecnologici lasciandole comunque il primato per la stagione di danza e per più misurati allestimenti) hanno riflesso quest’anno, immaginiamo con qualche perplessità, le scene approntate da Malgorzata Szczesniak per la regia di Krysztof Warlikowski e la concezione video di Denis Guéguin, dell’Ifigenia in Tauride, tragedia lirica in quattro atti di Christoph Willibald Gluck.

Poiché l’aggettivo “provocatorio” designa ormai quanto di più banale e prevedibile si possa vedere sulle scene, insieme a “dissacrante”, diremo con tranquillità che la regia era provocatoria e dissacrante, e non indugeremo troppo a dar soddisfazione a questi “provocatori” che hanno ambientato in un moderno ospizio la vicenda euripidea dell’arrivo di Oreste in Tauride, dove la figlia di Agamennone è stata condotta da Diana per sottrarla al sacrificio a cui il padre l’aveva sottoposta per avere dagli dei il via libera all’impresa troiana. Ifigenia è da molti anni colà sacerdotessa della dea, salvifica ma crudele, che le impone di uccidere tutti gli stranieri che sbarcano dal mare.

Mireille Delunsch (Iphigénie en tailleur doré)
Ifigenia in Tauride


 

La storia euripidea è nota, e complessivamente rispettata dal librettista Nicolas-François Guillard, ed è una storia di amor fraterno (il sentimento di incomprensibile legame che la vergine sente per l’ignoto forestiero, il suo rifiuto di ucciderlo) e di amor amicale (il duetto in cui Oreste e Pilade si disputano il diritto a morire l’un per l’altro nel sacrificio voluto dal crudele re Toante). Una storia di sentimenti perfetta per quella riforma che il compositore stava definendo in quegli anni e che proprio con quest’opera porterà a compimento (venne rappresentata all’Academie royale de musique nel 1779). La semplificazione degli intrecci, il rinnovamento della declamazione della tragédie lyrique francese, la ricerca della verità drammatica, della semplicità e della naturalezza, la partecipazione del coro non più soltanto come sostegno alle voci ma come vero e proprio personaggio, insomma un nuovo sentire che si appunta sui sentimenti umani e sulle loro sfumature.

Ifigenia in Tauride
Ifigenia in Tauride



La sensibilità più intima, più vicina agli uomini e finalmente sottratta alle pomposità degli dei trova in Ivor Bolton un concertatore finissimo e degli interpreti che scavalcano agevolmente le pretestuose trovate registiche, restituendo un’opera compiuta e complessa, a partire dalla bravissima Mireille Delunch (detentrice del non facile ruolo in titolo), di Yann Beuron (Pilade) dalla limpidissima voce di grazia e Stéphane Degout (Oreste), mentre Frank Ferrari (Toante) patisce così pesantemente la stupida banalizzazione registica da essere suo malgrado danneggiato. A occhi socchiusi, comunque, un ascolto di grande qualità (né provocatorio, né dissacrante).









Lettera da Parigi Ifigenia in Tauride di C. W. Gluck



cast cast & credits



Yann Beuron (Pilade) et Franck Ferrari (Thoas)
Yann Beuron (Pilade) e Franck Ferrari (Toante)





 
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