drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Tre hurrà

di Roberto Fedi
  Solenghi-Marchesini-Lopez
Data di pubblicazione su web 10/03/2008  

Anna Marchesini è di una bravura impressionante, ed è anche (secondo il nostro immodesto parere) la donna più spiritosa e intelligente di tutte quelle che si sono viste, si vedono e si vedranno in televisione – e non solo, pensiamo. Tullio Solenghi è bravissimo e simpatico, versatile e acuto. Massimo Lopez, bravo da far paura (le sue imitazioni, che non sono solo vocali, sono da teca di qualsiasi televisione del mondo). Insieme erano il Trio, sicuramente il miglior gruppo (per intelligenza, leggerezza, bravura, simpatia, capacità di autori) della storia della Televisione italiana e del teatro. Alcune loro opere rimangono fondamentali: come la riduzione dei Promessi sposi, un capolavoro (lo diciamo a ragion veduta) di acutezza critica e ironia, da far vedere nei Licei.

Si separarono circa sedici anni fa: ahimè. Da soli hanno avuto carriere eccellenti (la Marchesini nel programma domenicale sul calcio di Fazio – quando Fazio era spiritoso –  rimane un esempio di genialità ‘in diretta’), anche se divaganti. Lopez, per esempio, qualche volta si è visto in serate di varietà in cui faceva rabbia: uno bravo così si sarebbe meritato, almeno dal punto di vista artistico, cento volte di meglio.

Ora la bella notizia: secondo noi, la migliore dell’ultimo decennio in Televisione. Sono venticinque anni che si incontrarono e fondarono il Trio. Così, hanno realizzato un programma (RAiUno, sabato prima serata, in diretta, tre puntate a partire dall’8 marzo) che è un capolavoro.

Il programma, Non esiste più la mezza stagione (è il titolo di un loro spettacolo di qualche anno fa) è tale che merita la serata in casa, di sabato. Realizzato ‘in diretta’ dall’aula magna del Liceo Artistico Ripetta di Roma, bellissima (non è una scelta fatta a caso: tre artisti, finalmente non fittizi, meritano un ambiente così, non finto ma vero) e illuminata e fotografata come meglio non si potrebbe (complimenti), con un pubblico anch’esso vero (tutti giovani: finalmente non il solito coro di scemi e carampane che ridono a comando, sono lì per fare ciao a casa con la manina, e magari con Del Noce a esibirsi in prima fila). Ci hanno regalato due ore eccezionali.

E non sono caduti nella trappola, che poteva anche scattare, della nostalgia, né dell’autocelebrazione: insomma, né del ‘come eravamo’ e neanche del ‘guardate come eravamo bravi’. Intanto perché la loro bravura e il loro affiatamento sono miracolosamente intatti: anzi, quasi migliorati, se fosse umanamente possibile. Poi perché, visibilmente, erano un po’ emozionati e si divertivano sul serio. Poi perché hanno scelto una soluzione, se ci fosse bisogno di sottolinearlo, intelligentissima.

Chiacchierando, in tre o da soli, facevano spettacolo, di alto livello. E ogni tanto su uno schermo ecco che arrivavano, presentati da loro, dei brani di sketch di qualche anno fa, strepitosi (i telegiornali, le telenovelas…). A quel punto, loro si mettevano fra il pubblico di ragazzi, a guardare i ‘se stessi’: si divertivano, ridevano (complimenti alla regia, che sapientemente e sobriamente li inquadrava, e non a caso). Insomma, due tempi drammaturgici: e quindi nessuna operazione nostalgica, nessun rimpianto. Solo, una eccezionale intuizione: che è poi quella delle autobiografie, quando lo scrittore si scinde dal suo ‘io’ d’un tempo, e lo vede come un personaggio, affettuosamente ma anche criticamente. È lui, ma non è solo lui. Due piani del racconto, insomma: ve l’avevamo detto che sono intelligenti (e colti, aggiungiamo).

Da far vedere nelle scuole, e non sono nelle accademie dello spettacolo. Alla fine, è arrivato un pianoforte (vero), e lì accanto Francesco De Gregori: che, educatamente come suo solito, ha cantato, senza tanti fronzoli e stupendamente bene, La donna cannone. In diretta,  a tre metri dai ragazzi seduti nell’emiciclo, in una luce e con una regia da Oscar. Senza essere presentato, senza le solite scemenze, con discrezione. Un altro capolavoro.

Sono quelle cose che riconciliano con l’intelligenza, non solo con la televisione.

Grazie.

[PS. Questo post scriptum è solo per la Rai. La serata aveva le solite telepromozioni e la solita farcitura di pubblicità. Ora: possibile che la Rai, che ci sottrae un canone neanche piccolo, debba insozzare un capolavoro come se fosse una Paperissima qualsiasi? Possibile che un’occasione così unica e irripetibile debba essere trattata come se fosse La corrida? Lo farebbero con una diretta dal Quirinale, o con la messa? E allora perché con questi tre fenomeni di intelligenza sì? Invochiamo Grillo, ultima spes.]








 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013