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Pipp-flop

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 01/03/2008  

Una drammatica notizia ha sconvolto le coscienze, stamani 26 febbraio. La prima serata di SanPippo ha fatto flop: ma non un floppino, un floppone, un tonfo irreversibile (sembra). Di solito non ci occupiamo dei numeri, perché secondo noi una cosa bella, in televisione, è bella indipendentemente da quanti la guardano (e al contrario, un obbrobrio non migliora se lo guardano in molti). Ma qui c’è da riflettere.

Orbene. dopo un tam-tam da svenimento durato settimane (pippi da tutte le parti, articoli e servizi continui sulle fanciulle - vallette, gags da dopolavoro fra Pippo e Piero, e via così), la prima serata del 25 febbraio ha fatto fermare le calcolatrici a questi numeri, tristissimi.

Nella prima parte della serata (che non finiva mai, sembra): 9 milioni 518 mila telespettatori, pari al 35,01% di share. Nella seconda: 4 milioni 818 mila con il 39.44%. Detta in tutta sincerità, secondo noi sono anche troppi, ma insomma. Il bello viene comparando i dati: nel 2007 la prima serata del festival, condotto da Baudo con Michelle Hunziker, aveva avuto nella prima parte una media di 12 milioni 452 mila telespettatori, pari al 43,80%, e nella seconda di 6 milioni 759 mila, con il 47,08%.

Facciamo un po’ di conti. Rispetto all’anno scorso, circa 3 milioni in meno nella prima parte, e circa 2 milioni nella seconda. E se guardiamo  lo share: circa l’8 per cento in meno nella prima parte, e lo stesso 8 per cento nella seconda.

Tutti con le facce come suole da scarpe. La trovata più bella l’ha tirata fuori Del Noce, direttore di rete. “È l’effetto - Gravina”, dixit. In altre parole, il fatto che a Gravina di Puglia, in un pozzo, siano stati trovati per caso i resti dei due bambini scomparsi un paio di anni fa: la gente avrebbe guardato le notizie che dava, sul Tre, Chi l’ha visto? (che naturalmente si è gettata come un falco sulla tragica notizia, ci mancherebbe), e non il Pippestival. Che è come dire: ma potevano aspettare un’altra settimana a trovarli? (tanto, dopo due anni…). Oppure: come si sono permessi quelli di Rai Tre di turbare la serenità del Pierfestival (perché sembra che Chiambretti abbia quasi rubato la parte a Pippone)? E quindi: perché non si fa il mio Festival a reti unificate? E così via.

Come vi ricorderete, avevamo consigliato i nostri amici lettori di andare al cinema: ma non siamo così spocchiosi da credere che il nostro disinteressato suggerimento sia stato seguito da qualche milione di persone (comunque: vedete che eravamo nel giusto?). Il fatto è un altro, e se ne accorgerebbe un bambino.

Sanremo è una scarpa vecchia. La potete lucidare quanto volete, ma vecchia e sformata resta. Potete cambiarci le stringhe, ma è sempre una mestizia. Anche dal calzolaio più di tanto non ottenete: specialmente se il calzolaio è vecchio anche lui, e il suo vice è petulante e basta.

Fuor di metafora: non siamo più, per fortuna, negli anni Cinquanta, quando la canzonetta serviva per dimenticarsi per un paio di minuti delle macerie e nessuno o quasi sapeva quello che accadeva di là da Chiasso, o da Ventimiglia, o al di là del mare. E non basta, furbescamente, parlare nei testi di orrende canzoni della società o dei gay (a Sanpippo!), perché la caduta è ancora più definitiva. Sanremo era nato per una società che si accontentava di poco, e che fino al giorno prima o quasi pativa la fame; un paese agricolo, dialettale, quasi preindustriale, largamente analfabeta, dove al massimo si leggevano i fotoromanzi e se uno cantava “mamma!” piangevano tutti.

Ora non sappiamo bene cosa siamo, ma quello no di certo. Di quei tempi tristi sono rimasti due ruderi: Miss Italia e Sanremo, facce della stessa deprimente medaglia. Sarebbe ora di toglier di mezzo anche quelli, insieme (pardon) al settantaduenne, onnipresente, insopportabile, autocelebrativo Pippo. Ditegli grazie, se volete, e mandatelo in pensione a Militello; e date il benservito anche a Chiambretti, un pippino che fa lo spiritoso.

Siamo nel 2008. Basta, please.

PS. Nella seconda serata è andata ancora peggio: rispetto alla prima, già disastrosa, ancora oltre un milione di meno, per non parlare dello share (meno 4 rispetto al giorno prima). Visto che non c’erano, per fortuna, altri ritrovamenti macabri, la colpa è stata data alla partita Juventus - Torino (che però veniva trasmessa solo da Sky e dal digitale terrestre a pagamento, 6 euro, di Mediaset Premium), e al fatto (ha detto il l’arrogante Pippo, anche direttore artistico di quel baraccone – complimenti), “che noi non facciamo scandalo” – che è come pensare che gli italiani siano tutti cretini. Non solo, ha aggiunto il gran Pippo, sprezzante: “Allora scazzottiamoci e prendiamoci a pesci in faccia, ma così fottiamo il pubblico e avremo un’Italia di merda” (testuale: un gentleman, non c’è che dire).

Siccome questi qua, oltre che insopportabili,  non sanno più a che santo votarsi, pur stando a Sanremo, e visto che sono a due passi dal confine con la Francia, l’unica cosa da consigliargli è la fuga. Ammesso e non concesso che al di là di Ventimiglia li vogliano.










 
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