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Ritrovare la strada

di Sara Mamone
  "Caos Calmo"
Data di pubblicazione su web 14/02/2008  
Lasciato alla Conferenza Episcopale il compito di promuovere il film parliamone seriamente, da qui, dove i rumori del cortile sono meno intensi. Parliamone come se fosse un film invitato al festival perchè i selezionatori lo hanno visto e gli è piaciuto.

Tratto dall'omonimo e bel romanzo di Sandro Veronesi il film è diretto con garbo e leggerezza da Antonello Grimaldi e narra una storia non facile. La storia è quella di Pietro (interpretato con grande misura dall'attore e famoso regista Nanni Moretti) che deve fare i conti con un lutto imprevisto e quasi insostenibile. Mentre in un qualsiasi giorno d'estate stava cazzeggiando sulla spiaggia col fratello (Alessandro Gassman a cui il tempo sta levando garbatamente la bellezza in eccesso) il destino lo pone di fronte all'atto eccezionale del salvataggio in mare di una sconosciuta. Lo stesso destino che gli fa ritrovare, al ritorno a casa, la moglie morta, senza un perchè, proprio in quel giorno già così eccezionale. Pietro ha una figlia, Claudia, alla quale, passati i primi momenti di inesperienza paterna, si dedica con garbo. Ma il dolore non emerge e l'elaborazione del lutto (suo, ma anche della figlia) non trova una strada. Anzi Pietro pare smarrirsi nell'abbandono della vita di lavoro e in una sorta di patetica immobilità senza senso e senza apparente costrutto: accompagna la figlia a scuola e l'aspetta in macchina, oppure nella panchina dinanzi alla scuola. Fastidiosamente visitato da amici, colleghi, ottuse madri dei compagni di sua figlia, a poco a poco riprende i sensi, lo stordimento del dolore fa strada ad una nuova capacità di percezione.



Fino a che, progressivamente, attraverso il rapporto con la figlia, con il fratello, con i colleghi sempre più estranei, con la bellezza innocente di una ragazza che ogni giorno porta a spasso il cane, ritrova la capacità di sentire, di piangere, di desiderare. Naturalmente il film e il romanzo sono molto più di questo, ma il molto non aggiunge granchè perchè il contesto è più banale, come la vita normale, e il milieu lavorativo di Pietro traduce un certo schematico provincialismo (dell'autore che mescola improbabili fusioni internazionali a velleità ideologiche).



Una storia un po' così ha bisogno di uno stile cinematografico che non tradisca il senso della parola scritta e ha bisogno di un ampliamento dell'orizzonte fisico del personaggio. Grimaldi opera con mano sicura estendendo al piccolo spazio antistante la scuola il raggio d'azione del personaggio, dandogli una limitata ma intensa socialità. Naturalmente ci vogliono eccellenti attori perchè il pellegrinaggio davanti a lui non diventi una fastidiosa sfilata di varianti: esclusi gli insulsi Hippolythe Girardot e Denis Podalydès (i quali però con quelle due specie di macchiette che gli sono capitate poco potevan fare), Silvio Orlando, Kasia Smutniak e soprattutto Isabella Ferrari hanno spessore di personaggi. Che dire invece di Valeria Golino, crocifissa come una farfalla nei ruoli sempre piü prevedibili della "poetica" un po' disadattata? Incantevole nella sua non esibita naturalezza Blu Yoshimi (la figlia).



I cretini che hanno visto la Madonna diranno che è un film peccaminoso, quelli che la Madonna non l'hanno vista diranno che è un capolavoro. E' semplicemente un buon film, decisamente un buon film, giustamente invitato in una prestigiosa rassegna a rappresentare un paese che non è più di navigatori e che qualcuno si ostina a voler ancora fare di Santi.

P.S.
Alla conferenza stampa, nonostante gli sforzi di Moretti e Grimaldi l'odore del cortile (romano?) è ritornato, con le domande idiote, gli interventi femminili precotti (unica nota di garbo la creatura che poi, chiaramente sotto stress, è scoppiata in un pianto infantile e sincero) lo spreco dei Christian names. Non è grave, il film resta buono lo stesso.

Caos Calmo

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