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Niente Di Provera (per favore)

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 16/01/2008  

Prendiamola larga. A voi interessa qualcosa delle nozze Sarkozy-Bruni? Sappiamo già la risposta, grazie. A noi anche meno. Anzi, diciamo di più: ci sembra un segno del degrado italiano, simile a quello della spazzatura napoletana, il fatto che da giorni, su giornali e Tiggì, quasi non si parli d’altro (spazzatura a parte) che dei due sposini. Spazzatura che, nel frattempo e per inciso, è sparita dalle prime pagine ma non dalle strade di Napoli, tanto per chiarire come sono fatte le informazioni in questo Paese-Discarica. Del resto l’ha detto anche Napolitano: il problema della spazzatura a Napoli ha assunto sulla stampa un rilievo eccessivo (andate un po’ a dirlo ai napoletani che stanno a Napoli, non a quelli che abitano al Quirinale). Si vede che lui è abituato alla stampa o alla Tv che dicono quello che piace al Capo. Noi, no.

Siccome – torniamo agli sposini francesi – la notizia delle fauste nozze non ci pare una di quelle che fanno vincere il Pulitzer, vantarsi di essere stato il primo a darla ci sembra un po’ eccessivo. Eppure Antonello Piroso, lunedì sera nella prima puntata di NDP, o Niente di Personale su La7, l’ha fatto, in polemica con Michele Santoro che – non s’è capito come e perché – aveva detto che il Tg de La7 era un telegiornale minore o qualcosa del genere. Ha anche detto, il Piroso, che i giornalisti di quel Tiggì avevano ‘coperto’ eventi importanti, da soli, e magari questo è vero. Con questo, la poco comprensibile sparata contro il Santoro (ma guarda chi ci tocca difendere…) e soprattutto quella contro Beppe Grillo che è venuta subito dopo, con minaccia addirittura di cancellarlo dalle notizie perché parla male dei giornalisti, ci sono sembrate fuori luogo, a dir poco. Con tanto di giornalista in studio (dell’Espresso) che ha rivelato che il Grillo gli aveva negato un’intervista. Esecrazione. E allora?

Perché invece il programma si era aperto bene, anzi benissimo. In studio, per una conversazione quasi elegante, Francesco De Gregori, che com’è noto in Tv non va quasi mai – lo stimiamo anche per questo. Che si è rivelato, davvero, una persona rara, di quelle che appunto in televisione non si vedono: ha parlato, parcamente, di sé, senza incensarsi né farsi incensare; non ha ‘promosso’ nessun Cd (incredibile! pensate, tanto per fare un confronto, a Celentano); non ha fatto il profeta né il Maestro di Vita; ha detto cose educate, eleganti, intelligenti. Una mezz’ora di televisione come non ne vedevamo da tempo.

Eravamo già al computer per iniziare un articolo esultante, tipo “Eureka Eureka!”, quando De Gregori, educatamente, ha salutato e se n’è andato. E allora Piroso, che non è sobrio come dovrebbe esserlo un conduttore, che parla a voce troppo alta e troppo, ha presentato il secondo ospite: niente-po’-po’-di-meno (diceva un tale all’inizio della Tv) che, udite udite, Afef. Che è la moglie di Marco Tronchetti Provera, guarda a volte il caso. Che qualcosina a che vedere con La7 ce l’ha. La quale Afef da un po’ non vedevamo in televisione – né se ne sentiva il bisogno, veramente.



Quasi un’ora di chiacchiere, ridendo a squarciagola (lei) su quasi tutto. Insomma, come se fosse a casa sua. Un quintale di capelli, e stop. Omaggiata dal Piroso come donna coraggiosa (non è chiaro perché), interrogata sui rapporti fra Islam e Occidente, sull’integrazione etnica, su quando conobbe Arafat, su quando conobbe Berlusconi e ne fu collaboratrice, sui suoi rapporti stretti con Veltroni (come se il Pd non aspettasse che lei). E su varie altre sciocchezze, compreso il suo Pensiero sulla politica italiana, raccolto come il Verbo.

Almeno per noi, insopportabile. Ridendo (ma perché queste qui ridono sempre?), alla sensazionale domanda (uno scoop anche quello) del Piroso su cosa avrebbe regalato al marito che sta per compiere 60 anni, la criniera ha risposto: “Michelle Pfeiffer”. E giù risate. Qui va detto che il Piroso (si era in diretta) è rimasto senza parole, imbarazzato e col sorriso stiracchiato come un conduttore non dovrebbe rimanere. Poi nell’imbarazzo (la signora rideva ancora, né si è capito il motivo) l’ha congedata. E ha detto che, a quel punto, si sarebbe parlato di un’altra donna coraggiosa: Ingrid Betancourt. La quale, come è noto, da oltre cinque anni è sequestrata nella giungla colombiana, prigioniera del FARC, o Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia. Che è stata sempre in prima linea per i diritti civili nel suo Paese, e che per questo da un lustro vive come morta.


Qui, davvero, ci è scappata la pazienza. Eh no, questo è troppo. Afef come Ingrid? Due donne coraggiose? A meno che a fare la moglie del Provera non ci voglia coraggio, evidentemente.

Abbiamo una mezza idea di andare a Roma il 25 aprile. C’è il Vaffa-Day di Grillo, questa volta dedicato (il vaffa…) ai giornalisti. Quasi quasi prenotiamo il biglietto.





 





 
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