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Notizie (quasi) cattive e notizie buone

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 11/12/2007  

Così, tanto per gradire e saltando di palo in frasca, vediamo prima le notizie cattive o quasi. Anzi la notizia: Daniele Luttazzi è stato sospeso, in realtà licenziato, da La7, dove conduceva il (brutto) programma intitolato Decameron. Lui dice che non c’è più libertà di satira, naturalmente; e che la censura colpisce eccetera eccetera. La frase incriminata, in realtà secondo noi solo l’ultima di una serie, e che gli è costata la cacciata dalla Rete, era questa:  «Penso a Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell'Utri che gli pisc(bip) addosso, Previti che gli cag(bip) in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti».

Tanto per saperlo: a voi fa ridere? A noi, onestamente, no. Non ci sembra neanche satira, veramente. Prima della frasaccia greve (è dir poco) il Luttazzi parlava, tanto per cambiare, di Berlusconi – non se ne può più: è ormai scontato che i ‘comici’ senza vena quando non sanno neanche loro a che santo votarsi lo prendano come ciambella di salvataggio, un po’ come quando una barzelletta non sa di nulla e allora qualcuno prova a dirla in un dialetto a caso.

Il fatto è che Luttazzi, che a noi è sempre piaciuto (e l’abbiamo anche detto, quando non se lo filava più nessuno), è in crisi. Si vedeva dal programma, che davvero era imbarazzante, pieno zeppo di volgarità gratuite com’era. Alla fine, era triste. Non c’è niente di male ad essere in crisi: basta ammetterlo, starsene un po’ buoni, ripensarci, lavorare sodo, e non fare il martire – cosa che ormai, anche in questa terra di pseudo martiri, non fa più pena a nessuno.  «Si trattava di un'immagine in una articolata pagina di satira che si lega alla tradizione di Ruzzante e che era collegata ad Abu Ghraib. Un monologo a cui ho lavorato un anno e mezzo», ha detto Luttazzi, lamentandosi per la cosiddetta censura. Era meglio se stava zitto: la coprolalia, ai ragazzini, viene spontanea, senza che ci pensino per un anno e mezzo – che è, a dirla tutta, l’unica battuta comica di tutta la faccenda.

E ora veniamo alla notizia buona. «Sono pronta per trasferirmi a New York dove sto comprando una casa e dove spero di lavorare in una tv che in Italia possiamo solo sognare. Ho preso accordi per uno stage in una televisione americana. Perché voglio anche impadronirmi del loro modo di lavorare». Chi l’ha detto? Mike Bongiorno? No: Simona Ventura. Che ha aggiunto (citiamo da Sorrisi e canzoni, che riprendiamo indirettamente dai giornali – confessiamo che è una rivista che abitualmente non fa parte delle nostre letture, pardon): «Sogno uno show come quello di David Letterman».

Che è una battuta fenomenale, anche meglio di quella del comico Luttazzi sull’anno e mezzo. Allora, visto che manca poco, facciamo anche noi due richieste televisive a Babbo Natale: che faccia rinsavire e riassumere Luttazzi, e che la notizia della partenza per New York della Ventura sia vera.

E già che siamo nel regno dei sogni, e visto che ci pare di essere stati abbastanza buoni: che ci faccia convocare da Donadoni, che ci faccia vincere la Maratona di New York, e che ci faccia telefonare da  Monica Bellucci.

Siamo esagerati? Beh, se la Ventura vuol fare il Late show di Letterman, perché noi no in Nazionale o a cena con Monica?

NB. L’illustrazione in testa a questo articolo è, evidentemente, un pio desiderio: o, come direbbero a New York, un wishful thinking. Ma di quelli che sarebbero eccessivi anche per Babbo Natale.








 
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