Sono le quattro in punto. Il campanello ha già squillato due volte; i suoni scomposti degli archi che si accordano accompagnano lultimo vociare del pubblico, impaziente di lasciarsi suggestionare dallimminente magia. Il sipario si alza. Per qualche manciata di secondi restiamo col fiato sospeso: sembra di essere proiettati in una dimensione parallela attraverso la finestra prospettica della scena asciutta e rigorosa. Ed ecco infatti che abbandoniamo la sontuosa atmosfera del Teatro Comunale di Bologna per essere catapultati nella Russia del XVI secolo. Stiamo assistendo alla prova generale di Boris Godunov, opera di Modest Musorgskij per la regia di Toni Servillo, diretta da Daniele Gatti, che andrà in scena a Bologna dal 20 febbraio al 3 marzo in sei appuntamenti.
Le scene di Toni Servillo e Daniele Spisa, con lallestimento del Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona, fanno da geometrico sfondo a un dramma sulla pazzia e la brama di potere, sul rimorso che logora la coscienza.
Ma comè arrivato Toni Servillo, affermato attore (Teatro di guerra, Le conseguenza dellamore) e regista teatrale (fondatore di Teatri Uniti), allopera lirica?
R- Ho sempre avuto un interesse personale per la musica classica e per la lirica. Anche per il lavoro nel teatro di prosa la musica è molto importante e credo che sia necessario sempre affinare lorecchio al ritmo e alle melodie.
Loccasione concreta di avvicinarmi allopera è arrivata grazie a Paolo Pinamonti e Mario Messinis del Teatro La Fenice di Venezia, che avevano assistito alle mie regie del Misantropo e del Tartufo di Molière. Il loro progetto era di sperimentare nuove frontiere della regia, affidando la direzione di opere liriche a qualcuno che da sempre si era occupato di prosa. E così mi trovai alla regia de Le nozze di Figaro di Mozart nel 2000.
E dopo Le nozze di Figaro cè stata Arianna a Nasso di Strauss, Fidelio di Beethoven, Litaliana in Algeri di Rossini… Comè arrivato al Boris Godunov?
Anche Boris Godunov rientra nel progetto di Messinis-Pinamonti. Lopera venne dapprima allestita per il Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona e poi portata in Italia.
Come ci si trova a passare dalla regia teatrale a quella operistica?
La vera difficoltà dellopera lirica sono i tempi: bisogna andar di fretta, cè poco spazio per lapprofondimento, cosa che invece nel teatro di prosa è fondamentale. Nella regia operistica devi arrivare subito con un progetto chiaro, ben delineato che non puoi cambiare durante la lavorazione. La prosa al contrario è un viaggio che consente di fare passi indietro e rielaborare le scelte precedentemente fatte.
E il rapporto con gli interpreti? Cè differenza tra dirigere un attore di prosa e un cantante lirico?
Non ci sono sostanziali differenze tra la direzione delle due tipologie di interpreti. Sia gli attori che i cantanti si muovono e devono agire in unatmosfera impalpabile; la cosa importante è infondere energia allattore, instillare quella forza che dovrà esprimere sul palcoscenico.
Poi ci sono sempre le persone vanitose, ma quello a prescindere dal tipo di teatro che si sta facendo.
Solitamente lopera lirica viene associata ad un pubblico maturo. Lei crede che ladattamento del suo Boris Godunov possa far avvicinare in qualche modo anche un pubblico di più giovani?
I teatri prevedono sempre strategie per incentivare i giovani a frequentare la lirica, magari con sconti e promozioni. Ma io credo che sia utile evitare sempre la magniloquenza fine a sé stessa, per unefficace messa in scena teatrale, sia essa di prosa o di lirica. Il teatro e lopera posseggono una grande forza che è la capacità di stupire. I giovani possono avvicinarsi ad entrambi tramite la meraviglia, che il più delle volte si ottiene con la semplicità e limmediatezza. (qualità del suo Boris Godunov, ndr).
Pensa di continuare a lavorare nellopera lirica?
Non lo escludo, ma al momento sono molto impegnato in teatro con la messa in scena della Trilogia della Villeggiatura di Carlo Goldoni, con Teatri Uniti e il Piccolo Teatro di Milano. Lo spettacolo sarà pronto in estate e poi inizierà la tournée, quindi non avrò molto tempo per lavorare su qualcosaltro.
E la sua esperienza nel cinema?
In primavera è prevista luscita de La ragazza del lago, opera prima di Andrea Molaiolo, un film giallo in cui interpreto la parte di un ispettore che deve indagare su una serie di delitti. Entro il 2007 uscirà anche Lascia perdere Johnny di Fabrizio Bentivoglio.
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