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L'illusione è servita

di Riccardo Castellacci
  Christian Bale e Hugh Jackman
Data di pubblicazione su web 31/12/2006  
Christopher Nolan ha dimostrato, con la sua filmografia, la predilezione per atmosfere cupe e angosciose. Con The Prestige il giovane regista americano, classe 1970, torna su storie sospese fra riconoscimenti e mistificazioni, su personaggi stretti nelle loro ossessioni, ottenendo risultati più intensi rispetto all’abile quanto a tratti referenziale Batman Begins (2005), che ricordano direttamente le soluzioni inquietanti di Memento (2000). In The Prestige, film costruito su inganni e doppi, tratto da un romanzo di Christopher Priest, Nolan si avvale della collaborazione in fase di scrittura del fratello Jonathan, e - come già era  accaduto per Memento - anche in questo caso la sceneggiatura svolge un ruolo determinante nella stratificazione di molteplici piani e letture.

David Bowie
David Bowie
 
Nella Londra vittoriana di fine Ottocento, due prestidigitatori, Robert Angier (Hugh Jackman) e Alfred Borden (Christian Bale) sono all’inizio di una grande carriera. Insieme al loro impresario e ingénieur, progettista di illusioni e di macchine di prestigio Cutter (Micheal Caine), girano i teatri eseguendo un numero pericoloso: una giovane assistente è legata mani e piedi e immersa in una vasca d’acqua. È un numero simile a quello del grande Houdini, la "pagoda della tortura cinese", reso celebre dal film Il mago Houdini (1953) con Tony Curtis nella parte del protagonista. L’illusionista era capovolto a testa in giù e ammanettato, la giovane è invece legata dai complici nascosti nel pubblico, da Angier che ne è il marito e da Borden. Ma qualcosa non funziona come dovrebbe, forse il nodo fatto da Borden è sbagliato, e la donna non riesce a liberarsi.

Angier reputa Borden colpevole della morte della moglie e inizia così uno scontro fra i due a colpi di trucchi, illusioni e tradimenti. Ostacolandosi a vicenda, si contenderanno i teatri, la bella Olivia Wenscombe (Scarlett Johansson), i segreti dei loro numeri. Ma ciò che interessa loro è eccellere nell’arte dell’illusione e realizzare il trucco più grande: il vero trasporto umano.

Nolan descrive il mondo vittoriano alla fine dell’Ottocento, tutto ricostruito in studio e reso tenebroso dalla fotografia di Wally Pfister, sospeso tra positivismo e magia, quando ancora la scienza esatta non era completamente esatta e lasciava ampi spazi all’illusione e al meraviglioso. Non è certo un caso che il film ripercorra gli anni e la cultura in cui nacque e si sviluppò il cinematografo.

Per costruire il trucco del trasporto Angier si rivolge all’unico personaggio reale della storia, Nikola Tesla, uno dei primi scienziati a utilizzare la corrente alternata, che si trovò in competizione e in contrasto con un altro celebre inventore del tempo, Thomas Alva Edison. Interpretato da David Bowie, Tesla è un personaggio enigmatico, in cui il sapere scientifico si mescola alla dimensione fantastica. Nel film Tesla riuscirà a creare una macchina terribile, vera e propria metafora del cinema, che permette la creazione del doppio, l’incontro con l’alterità.

Il film comincia poco prima della fine, dall’annegamento di Angier nella pagoda d’acqua, e la narrazione procede attraverso l’incastro di linee temporali diverse, ma che seguono un unico intento drammatico, un lento crescendo in vista della sorpresa finale.

Christian Bale e Scarlett Johansson
Christian Bale e Scarlett Johansson
 
The Prestige si diverte a giocare con le regole del racconto. Come spiega Cutter all’inizio e alla fine del film, ogni numero di prestigio segue la struttura di ogni storia - inizio, sviluppo, fine - e si compone di tre atti: la promessa, «mostrare qualcosa di ordinario»; la svolta, «l’illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in straordinario»; il prestigio, «perché far scomparire qualcosa è facile, il problema è farla riapparire». Il terzo atto è la parte più difficile, che può nascondere un segreto terribile e banale, come nel caso del trucco dell’uccellino. Già Otto Marvuglia, professore di scienze occulte nella commedia La grande magia di Edoardo De Filippo, descriveva con lucidità la tragedia di questo trucco: «Li vede quegli uccelli? Appena me vedeno se mettono a cantà [...]. Ogni tanto io po’ sa che faccio? Metto ‘a mano dint ‘a gabbia e me ne piglio uno che mi deve servire per un esperimento d’illusione. [...] Lo metto in quest’altra gabbietta più piccola e lo presento al pubblico. "Ecco, signori". La copro con un quadrato di stoffa nera, m’allontano di quattro passi, e sparo nu colpo ‘e rivoltella. Figurati il pubblico: "È sparito. Comme ha fatto? È un mago!". Ma il canarino non sparisce! Muore. Muore schiacciato tra il fondo e un doppio fondo. [...] Poi naturalmente la devo riordinare, e sai che trovo? Una poltiglia di ossicini, sangue e piume». Nella commedia di De Filippo l’illusione era tutta nella mente di chi si lasciava ingannare e non vi era l’introduzione dell’elemento fantastico come invece è esibito in The Prestige.

Il film mette in scena i meccanismi più classici della composizione del dramma, il rovesciamento continuo della "fortuna" dei due protagonisti, che si scambiano continuamente ruolo e posizione. La loro è anche, a un diverso livello, una sfida per emergere sull’altro, per guadagnare il proscenio e gli applausi del pubblico. Jackman e Bale conducono benissimo questo confronto, contornati da ottime prove d’attore, in cui l’unica nota stonata è rappresentata dall’algida recitazione dalla Johansson.

Lo scioglimento dell’intreccio è lasciato all’agnizione, ma il riconoscimento finale non ha carattere consolatorio e non pone fine ai dubbi disseminatati nel film sul rapporto fra reale e immaginario. Dal continuo rovesciamento degli eventi ciò che emerge non è tanto la precarietà dell’esistenza, quanto l’ossessione che guida i personaggi all’incontro con il proprio fantasma.

Il limite fra inganno, illusione e verosimiglianza è messo sotto tensione. Nolan si interroga su quale sia il punto in cui lo spettatore può accettare l’intromissione dell’irreale, del perturbante. Il tema del film non è, o non è soltanto, l’inganno prodotto dallo spettacolo, ma la predisposizione del pubblico a lasciarsi ingannare. Niente è vero nell’arte dell’inganno, nel cinema, se non il patto stabilito fra pubblico e autore.

Prestigio è una parola che deriva, etimologicamente, dal latino praestringěre, rendere attonito, offuscare, composto di prae- e stringo, nel significato di stringere, legare, avvolgere. E il film ottiene il primo ed elementare scopo di ogni prestigio: rendere avvinto lo spettatore.

 


The Prestige
cast cast & credits
 


Scarlett Johansson
Scarlett Johansson
 
 
 
 
 
 

 

 

 



 

Micheal Cane
Micheal Caine




 
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