drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Catastrophic west

di Roberto Fedi
  John Wayne
Data di pubblicazione su web 30/09/2006  
Parlare dei reality, già tristi di per sé, è cosa che mette ancor più tristezza in chi scrive e, immaginiamo, in chi legge. Già - almeno secondo noi - è dura vederli, anche per poco, con i protagonisti alla disperata ricerca di qualcosa che li renda ‘diversi’ dagli altri e li imponga agli spettatori per non venire eliminati (il modo di vestirsi, le pseudo-litigate, il modo di parlare di sé, magari piangere e chiedere il supporto da casa di mamme, mariti, figli, mogli e mercanzia varia, oppure fare come il Ceccherini nell’Isola degli sciagurati che dice tre parole e due parolacce nel tentativo, veramente mortificante, di far ridere); figuriamoci parlarne. Per questo abbiamo sempre cercato di non farlo. Ma ogni tanto una buona notizia c’è.

Ed è questa. Wild west, vale a dire il più inutile, sciocco, mal condotto, banale, piatto, insomma triste reality da quando è nato il genere (un brutto giorno, si deve ammettere), è una catastrofe di ascolti. A Raidue (va in onda praticamente tutti i giorni, e il lunedì l’intera serata) hanno le mani nei capelli. Alba Parietti, di cui in tempi non sospetti dicemmo che era in una forse irreversibile decadenza televisiva è così mal servita anche da se stessa, così negata in quel ruolo di conduttrice del nulla (solo la Ventura sa condurre il nulla, come abbiamo già detto, che fa pena. Sarebbe brava. Peccato che nessuno le sappia trovare un ruolo, e tempus fugit anche per lei – ahimè.

Allora perché parlarne, dato che quasi non lo vede nessuno? (7 per cento di share: un milione e mezzo di spettatori, praticamente il vuoto televisivo). Perché ogni tanto sarebbe il caso di dare un’occhiata a come la Rai butta al vento i nostri soldi.

Ecco qua, e non vi incavolate troppo perché questa è la notizia cattiva. Questo assemblaggio di film già visti, noioso, inutile, senza nessun personaggio nemmeno passabile, diretto in Arizona (!) da Marco Mazzocchi, che rende più vuoto del niente qualsiasi cosa tocchi compreso il gioco del calcio, e dalla Parietti da studio, costa uno sproposito. Provate a indovinare. Come avete detto? Ci siete più lontani dell’Arizona: 5,5 milioni a settimana, vale a dire più di dieci miliardoni. Madonna. Siete ancora lì a bocca aperta? Sì? Allora allargatela ancora di più: una puntata dell’Isola costa… Reggetevi: 10 milioni. O beccatevi questa.

Prendiamo questi numeri, anche noi a mascella slogata, dalla "Nazione" (27 settembre: Profondo West. Alba in crisi nera). Allora i più vispi di voi avranno già capito perché questi contenitori del niente durano tanto: esattamente una media di tre ore, anche tre ore e mezzo a serata (in America, dove sono nati: un’ora). In questo momento ce ne sono quattro contemporaneamente sulle varie reti, e se ci mettiamo anche la scemenza delle scemenze al cubo, quella di Italia Uno diretta da Papi (no comment), fanno cinque. Durano tanto, dicevamo, perché i geni del nulla, cioè i dirigenti Rai e quelli che producono queste bestialità (tutti privati esterni alla Rai: spese micidiali anche per questo), debbono ammortizzare i costi. Per Wild west noi paghiamo quella cifra lì sia che duri un’ora come tre. E allora, anche per incamerare più pubblicità possibile, deve durare fino a note fonda, almeno il costo per minuto si abbassa.

Si abbassa anche la testa di chi guarda, che dopo un po’ dorme. Per evitare che vi si abbassi anche il resto (una volta tanto facciamo l’imitazione del Ceccherini), cambiate canale. Uscite a cena. Andate al cinema. Con questa roba qua, ragazzi, è scientificamente provato: non c’è Viagra che tenga.







 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013