drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Chiaro come la notte

di Roberto Fedi
  Enrico Mentana
Data di pubblicazione su web 14/09/2006  
L’11 settembre (duemilacinquecento innocenti uccisi) si può ricordare in tante maniere. Con i discorsi celebrativi, con i messaggi ufficiali, leggendo i nomi dei morti come fanno negli Stati Uniti (ne siamo stati testimoni: è dignitoso e straziante). E’ una data che ha cambiato il mondo, sicuramente nel male.

Ma non si può, crediamo, ricordarlo come ha fatto Enrico Mentana, un giornalista che la communis opinio ritiene bravo e che a noi (pardon) è sempre sembrato la quintessenza del cinismo unita a una certa dose di supponenza e di nevrosi (insomma: il peggio del peggio), in Matrix (canale 5, 11 settembre, terza serata). Cercando cioè di fare chiarezza nei dubbi che, da parte di vari giornalisti e/o cineasti (tutti alla ricerca di fama & quattrini), si sono insinuati nella ricostruzione ufficiale dell’evento. Che dei punti oscuri ci siano è probabile; che tutto sia, come alcuni sostengono, un complotto scatenato da Bush in quel maledetto mattino di cinque anni fa è, a dir poco, opinabile.

Qualcuno dei nostri lettori saprà di cosa stiamo parlando. Per esempio: l’aereo che si è (si sarebbe, secondo alcuni) schiantato sul Pentagono, era veramente un aereo? La cosa, di per sé, a noi sembrerebbe pacifica: ci sono in terra, sul prato antistante, frammenti dell’aeromobile. Ci sono testimoni oculari che, senza nessuna smentita, giurano di aver visto l’aereo. Un tassista, nero, giura che l’aereo, volando ormai a pelo di terra, ha abbattuto vari piloni della luce, schiantando anche il suo taxi.

Ma per Giulietto Chiesa, ospite in studio, no. Tutto (nel frattempo il suddetto fa pubblicità a un suo libro e a un suo film documentario, ovviamente) è l’effetto di un complotto. Di chi? Ma della Cia, di Bush, dell’America, anche di Clinton e di chi più ne ha più ne metta. Insomma: del Male. Il Chiesa, che sembra uscito da un film di Peppone e don Camillo (lui è Peppone: ma supponente, insopportabile, e oltretutto ormai sistemato come parlamentale europeo), ha una sua teoria, e tanto basti. Che è la seguente: l’America è il Male. Stop. Cita, a casaccio, fonti casuali secondo le quali si dimostra che, dietro l’11 settembre, c’è niente altro che un complotto: di chi, non si sa. Per cosa, non è chiaro. A noi, che siamo storici di professione, sono venuti i brividi.

Accanto a lui, un tale, di cui è bello dimenticare il nome, che con strafottenza enuncia addirittura la teoria da lui definita degli "ebrei danzanti" (testuale). Secondo la quale una signora avrebbe visto alcuni tizi che si erano fatti fotografare davanti alle torri fumanti. Chi erano? Ma ebrei, naturalmente. Ergo, l’11 settembre è solo il frutto di un complotto sionista, anzi ebreo. Sono stati loro a fare il disastro. Onestamente, non ci era accaduto di udire tanta nefandezza antisemita mai nella nostra vita, e mai in televisione. E mai, soprattutto, senza che qualcuno fosse intervenuto a buttar fuori dallo studio questo disgraziato. Da vergognarsi.

E il ‘bravo’ Mentana? Invece di sbattere fuori dalla porta, in diretta, l’antisemita di turno, lo ha tollerato. Ha tollerato i vaneggiamenti pseudogiornalistici del Chiesa, ha dato un po’ la parola a Jas Gawronsky (signorile e inadeguato) e al direttore della Cnn Italiana, gentile e inadeguato anche lui. Ha mandato un po’ di pubblicità e buonanotte al secchio.

A noi è sembrata la più indecente trasmissione degli ultimi tempi. Mal condotta, oltretutto. Offensiva del buon gusto, della decenza, della ricerca storica, della pietas.

Un consiglio: non guardate Matrix. Lasciate che Mentana cuocia nel suo brodo isterico. Cose così sono indecorose, rasentano l’oscenità. Non fatevi complici, per piacere. Questo non è un reality, è la realtà. C’è una certa differenza, ragazzi. Anche su Canale 5.

Post Scriptum (the day after)

Sul programma, come era ovvio, sono piovute numerose e non benevole critiche, e non solo da parte delle comunità ebraiche. Il responsabile, il 'bravo' Mentana, poteva ignorarle o rispondere. Ha preferito, come era altrettanto ovvio, la seconda soluzione. Ma ha risposto più o meno così: "Ho avuto una audience molto alta". E stop. Confondendo, pro domo sua, quantità e qualità. Con il che si sancisce, da parte di un 'bravo' giornalista, il principio secondo cui in Tv si può dire o far dire o permettere ad altri di dire qualsiasi cosa, purché siano in molti a sentirla.




11 settembre 2001: l'attacco al World Trade Center di New York
11 settembre 2001: l'attacco al World Trade Center di New York



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013