L11 settembre (duemilacinquecento innocenti uccisi) si può ricordare in tante maniere. Con i discorsi celebrativi, con i messaggi ufficiali, leggendo i nomi dei morti come fanno negli Stati Uniti (ne siamo stati testimoni: è dignitoso e straziante). E una data che ha cambiato il mondo, sicuramente nel male.
Ma non si può, crediamo, ricordarlo come ha fatto Enrico Mentana, un giornalista che la communis opinio ritiene bravo e che a noi (pardon) è sempre sembrato la quintessenza del cinismo unita a una certa dose di supponenza e di nevrosi (insomma: il peggio del peggio), in Matrix (canale 5, 11 settembre, terza serata). Cercando cioè di fare chiarezza nei dubbi che, da parte di vari giornalisti e/o cineasti (tutti alla ricerca di fama & quattrini), si sono insinuati nella ricostruzione ufficiale dellevento. Che dei punti oscuri ci siano è probabile; che tutto sia, come alcuni sostengono, un complotto scatenato da Bush in quel maledetto mattino di cinque anni fa è, a dir poco, opinabile.
Qualcuno dei nostri lettori saprà di cosa stiamo parlando. Per esempio: laereo che si è (si sarebbe, secondo alcuni) schiantato sul Pentagono, era veramente un aereo? La cosa, di per sé, a noi sembrerebbe pacifica: ci sono in terra, sul prato antistante, frammenti dellaeromobile. Ci sono testimoni oculari che, senza nessuna smentita, giurano di aver visto laereo. Un tassista, nero, giura che laereo, volando ormai a pelo di terra, ha abbattuto vari piloni della luce, schiantando anche il suo taxi.
Ma per Giulietto Chiesa, ospite in studio, no. Tutto (nel frattempo il suddetto fa pubblicità a un suo libro e a un suo film documentario, ovviamente) è leffetto di un complotto. Di chi? Ma della Cia, di Bush, dellAmerica, anche di Clinton e di chi più ne ha più ne metta. Insomma: del Male. Il Chiesa, che sembra uscito da un film di Peppone e don Camillo (lui è Peppone: ma supponente, insopportabile, e oltretutto ormai sistemato come parlamentale europeo), ha una sua teoria, e tanto basti. Che è la seguente: lAmerica è il Male. Stop. Cita, a casaccio, fonti casuali secondo le quali si dimostra che, dietro l11 settembre, cè niente altro che un complotto: di chi, non si sa. Per cosa, non è chiaro. A noi, che siamo storici di professione, sono venuti i brividi.
Accanto a lui, un tale, di cui è bello dimenticare il nome, che con strafottenza enuncia addirittura la teoria da lui definita degli "ebrei danzanti" (testuale). Secondo la quale una signora avrebbe visto alcuni tizi che si erano fatti fotografare davanti alle torri fumanti. Chi erano? Ma ebrei, naturalmente. Ergo, l11 settembre è solo il frutto di un complotto sionista, anzi ebreo. Sono stati loro a fare il disastro. Onestamente, non ci era accaduto di udire tanta nefandezza antisemita mai nella nostra vita, e mai in televisione. E mai, soprattutto, senza che qualcuno fosse intervenuto a buttar fuori dallo studio questo disgraziato. Da vergognarsi.
E il ‘bravo Mentana? Invece di sbattere fuori dalla porta, in diretta, lantisemita di turno, lo ha tollerato. Ha tollerato i vaneggiamenti pseudogiornalistici del Chiesa, ha dato un po la parola a Jas Gawronsky (signorile e inadeguato) e al direttore della Cnn Italiana, gentile e inadeguato anche lui. Ha mandato un po di pubblicità e buonanotte al secchio.
A noi è sembrata la più indecente trasmissione degli ultimi tempi. Mal condotta, oltretutto. Offensiva del buon gusto, della decenza, della ricerca storica, della pietas.
Un consiglio: non guardate Matrix. Lasciate che Mentana cuocia nel suo brodo isterico. Cose così sono indecorose, rasentano loscenità. Non fatevi complici, per piacere. Questo non è un reality, è la realtà. Cè una certa differenza, ragazzi. Anche su Canale 5.
Post Scriptum (the day after)
Sul programma, come era ovvio, sono piovute numerose e non benevole critiche, e non solo da parte delle comunità ebraiche. Il responsabile, il 'bravo' Mentana, poteva ignorarle o rispondere. Ha preferito, come era altrettanto ovvio, la seconda soluzione. Ma ha risposto più o meno così: "Ho avuto una audience molto alta". E stop. Confondendo, pro domo sua, quantità e qualità. Con il che si sancisce, da parte di un 'bravo' giornalista, il principio secondo cui in Tv si può dire o far dire o permettere ad altri di dire qualsiasi cosa, purché siano in molti a sentirla.
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11 settembre 2001: l'attacco al World Trade Center di New York
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