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La quiete prima della tempesta

di Roberto Fedi
  Theodore Gericault, "La Zattera della medusa", 1819 Parigi Louvre
Data di pubblicazione su web 05/09/2006  
Lo sappiamo che è la banalità delle banalità: ma, comunque, ben ritrovati dopo le ferie. Le nostre sono state buone e tranquille; le vostre, lo speriamo. Se vogliamo ancora insistere nel banale, il tempo di agosto è stato brutto (ma la televisione ci prometteva che mancava poco al sole e al ritorno del caldo: le trasmissioni sul tempo, specialmente alla Rai ma quasi dappertutto nell’etere italiesco, hanno soprattutto una funzione rassicurante). Insomma, inutile far finta che sia tutto uguale: è settembre, andiamo, è tempo non di migrare (come diceva quel grande, anzi piccolo), ma ahimè di rimanere qui e tornare a lavorare. Pazienza.

Chi fosse rimasto un po’ a casa, perché mica si può stare al mare per un mese, con la televisione si è consolato poco. Quest’estate, almeno per quello che abbiamo visto noi, sono ‘passati anche pochi film d’antan, insomma classici. Peccato: è l’unica consolazione per chi, in attesa della spiaggia, almeno un po’ di settimane in casa ci deve stare. Che gli costerebbe, poi, alla Rai o Mediaset mandare un bel bianco e nero anni Cinquanta, magari tardi, non si sa. Tanto, la pubblicità by night è comunque scarsa, e così nel primo pomeriggio. Misteri.

Ci siamo guardati un po’ di Campionati europei di Atletica, e anche ahimè sentiti (il solito Bragagna, che insisteva non si sa perché a chiamare col nome italianizzato la città di Göteborg: misteri). Solita minestra, diciamo la verità. Dopo i Campionati del Mondo di calcio, tutto sembra più opaco – anche la Nazionale di Donadoni, modesta. E poi ormai vale il concetto che, in questi spettacoli (perché di questo trattasi), o si tende al massimo o il resto è mediocre: e quindi, mancando mezzo mondo e quattro continenti, i record non valgono granché. Nonostante questo, ci abbiamo fatto una figura da poveretti. Perché? Misteri.

Il resto, nebbia. abbiamo assistito in diretta Tv, Rai Due, allo sbarco in Normandia, pardon in Libano di quasi tremila soldati azzurri (pardon bis: quella è la Nazionale: tricolori). Enfasi. Abbiamo quindi appreso che quando vanno alla guerra mandati da un governo di centrosinistra i carri armati vanno per la pace, altrimenti marce ad Assisi a gogò. Perché? Misteri.

Ma il bello, amici, deve ancora venire. Da qui il titolo. Perché, dopo la quiete estiva e tardo-primaverile, ecco che sono iniziate le Grandi Manovre: non quelle in Libano, robetta, ma quelle a viale Mazzini e Saxa Rubra. Insomma robona Rai. I giornali ne sono già pieni: il toto-direttori e vice di tutto il ‘Raiabile’ possibile è già in atto. Quello sì che è uno scacchiere strategico, mica il Medio Oriente.

Lo seguiremo, col disgusto che meritano le pappatorie esagerate, il cui conto poi ci verrà, ovviamente, spedito a casa.

Ben ritrovati.




 
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