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Eh, la cultura...

di Roberto Fedi
  Teo Mammucari, conduttore di "Cultura moderna", un programma di Antonio Ricci
Data di pubblicazione su web 05/07/2006  
La notizia sarebbe che Cultura moderna, il nuovo programmino di Antonio Ricci su Canale 5 a sostituzione di Striscia, ha fatto il record degli ascolti (23.47 % di share il 3 luglio). Non ci sembra una gran notizia.

Antonio Ricci, l’abbiamo detto altre volte, è un mezzo genio – lui penserà di esserlo intero, ma non esageriamo. È l’unico che sa cos’è la televisione in questo paese di semiotici televisivi della domenica. Ha capito che la televisione è un medium sporco, e come tale lo amministra. E fin qui va bene. Ma questa volta ci sembra meno in forma del solito.

Il programmino lo conoscete. Da Teo Mammucari (anche lui visto più in forma altre volte) arriva un po’ di gente strampalata che deve indovinare chi è l’ospite nascosto in una cabina da mare. Fin qui niente di nuovo. Hanno diritto, gli strampalati, a esibirsi in quello che sanno fare di meglio: poi possono avere a disposizione da una a tre domande per conoscere l’identità dell’uomo o della donna in cabina. Mezzo milione di euri a chi indovina – nessuno finora, naturalmente.

Come sempre in questi casi l’idea è così labile, anzi non c’è addirittura, che tutto sta nell’abilità del conduttore, e nella simpatia dei partecipanti. Per esempio: La corrida, senza Jerry Scotti e il maestro Pregadio, già sarebbe una trasmissione da dopolavoro. Se poi i partecipanti fossero solo stralunati o tristanzuoli, avrebbe chiuso dopo due sabati.

Qui il problema. Mammucari non è Jerry Scotti. Qui, poi, non è neanche cattivo come lo ricordavamo: sarà invecchiato, sarà giù di corda (càpita anche ai conduttori), sarà poco convinto. Non è né carne né pesce, né buono né cattivo. Diremmo: normale come Paolo Conti (se costui è normale). Il programma gli scorre addosso.

Ma il caso grave sono i partecipanti. Che, e forse è questa la ragione della tristezza del Mammucari, sono senza alcun genio: chi fa le imitazioni, chi canta come al karaoke, chi è soltanto travestito da donna. Sono parodie modeste e imbarazzanti dei concorrenti della Corrida. Non fanno ridere. Non fanno simpatia. Non fanno, insomma, né caldo (meno male) né freddo (peccato).

Alla fine la sorpresa (l’ospite in cabina, che nessuno indovina) è patetica. Una miss Italia di cui nessuno si ricorda. Uno Schillaci col parrucchino. Tristi. Riconosciamo il ghigno di Ricci solo nel titolo, che ironizza sul trash. Un po’ poco per un genio.





 
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