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Il palio dei buffi

di Roberto Fedi
  Il palio di Siena, la corsa dei cavalli
Data di pubblicazione su web 03/07/2006  
Ci si hiede i’ pperché una domeniha pomeriggio di luglio, per esse’ ppiù precisi i’ due su ‘i ssehondo hanàle, a parti’ da dieci alle sei e fin’a bbuio per du’ o tre ore, uno e’ si debba sorbire i’ ppalio di Siena. Ci si hiede anche: o i’ cché siamo tutti senesi, ‘io cristo? No davvero. Presempio no’ siamo toscani, ma senesi no di sihùro. E i romani? I nordici? i meridionali? Ciccia. Oggi e’ siamo tutti senesi, ‘io bonino.

A noi presempio, ma oh, si dice ‘osì per dire, i’ ppalio un ci piace né punto né poho. Anzi, e’ ci sta sugli zebedei: ma possibile che que’ poheri havalli si devano stronca’ ‘n piazza per i’ ppiacere di que’ bischeri che stanno lì a cocere tutt’i’ ggiorno? Se gli piace, che corran loro! E poi: a noi, così pe’ ffa’ un po’ di crìtiha, questa storia delle nerbate, d’i’ ccavallo che va ‘n chiesa, de’ fantini che so’ òmini e quindi e’ si danno delle botte da orbi e si homprano fra di loro anche prima di partire, beh: e’ un ci garba. E se propio vu’ vvolete saperla tutta: quel Medioevo finto peggio che a Hollivudde, gli sbandieratori, quelli ‘he picchiano su’ i’ ttamburo, e’ ci fa ridere sulle prime, e poi ci fa girare i ‘oglioni, ovvìa.

Che la Tivvù di Siena, se la c’è, mandi i’ ppalio anche per du’ giorni ci sta bene. Che lo faccia la Rai per tre ore, co’ i’ ccommento di tre o quattro toscanofoni (madonna che parolona, oh) e interviste a i’ Ttrecciolino come se fosse Sciumacher o Busce, la ci sembra una hosa da matti o peggio. Che questa festa di bischeracci, noiosa, lenta, pallosa come una sagra di paese moltiplihata pe’ mille, sia raccontata ‘ome una hosa seria, grandiosa, divertente e ganzissima, o ragazzi: e’ un ci sembra vero.

E allora, noi che un c’importa una sega di’ ppalio, del rèhorde, degli sbandieratori e di que’ rintronati che commentano per ore questo strazio, e c’interessa soltanto di que’ poheri havalli, beh: s’è spento la televisione.

PS 1. Il Palio dei buffi è un’opera, seria, di Palazzeschi, con la cui ombra ci scusiamo per la citazione indebita.

PS 2. Vi siete annoiati a leggere questa pagina in uno pseudo toscano, vero? Pensate a chi per ore s’è dovuto sorbire la telecronaca di questa insopportabile pacchianeria da paese.





 
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