drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Questione di stile

di Roberto Fedi
  Aldo Biscardi in una vecchia edizione del "Processo"
Data di pubblicazione su web 18/05/2006  
 La cosa più divertente che si è sentita in questi giorni sui media anche televisivi, in merito alla vicenda del calcio e di Moggi & compagnucci della parrocchietta, è la giaculatoria sul tradimento del cosiddetto ‘stile Juventus’. Divertente perché sembrerebbe che Lucky Luciano (così ormai lo chiamano tutti) si fosse introdotto furtivamente nelle sale della Reggia, e lì, nascosto, ne avesse fatto una versione sabauda delle stalle di Augia. Invece, come è noto, il Moggi ormai mogio era da ben dodici lunghi anni il Direttore Generale di quella squadra a strisce (per ora verticali), e ne aveva caratterizzato, per questa dozzina di primavere, appunto lo ‘stile’. Caspita che stile.

La cosa meno divertente ma non per questo meno istruttiva è stato il modo in cui la televisione ha trattato il caso, che – la si metta come si vuole – è comunque devastante. Come sempre, tutti a ‘dare all’untore’ (che qui, a dire il vero, ungeva sul serio), e a rifarsi con un’operazione svelta svelta la verginità. Che ganzettuoli. Eppure, voi che ci seguite indefessi, sapete che l’avevamo scritto in tempi non sospetti, come suol dirsi, che alla Tv il Moggione era praticamente il padrone: ci dispiace autocitarci, ma guardate per credere, per favore, il nostro Meglio il lunedì, addirittura del 25 ottobre 2004. Ma su tutti la palma del Migliore, come sempre, spetta al nostro amato Aldone, cioè Biscardone, cioè il Grande Imbonitore del lunedì. Pesantemente portato dentro dalle intercettazioni, in cui appare come fortemente legato al tentacolo del Moggi Superstar, il Rosso Antico lunedì scorso ha fatto un vero colpo di teatro, o meglio di teatrino. Si è dimesso da La7 (che, per altro, in un comunicato nei giorni scorsi aveva un po’ preso le distanze da questi imbarazzanti collaboratori), e si è innalzato a pubblico accusatore del Male, anzi del Calcio Canaglia.

Nel suo italiano semidialettale, masticato e sgrammaticato, ha parlato rivolgendosi agli spettatori del "mio e del vostro Processo", ha alzato la mano vindice contro la "sporcizia", ha ribadito il suo ruolo di accusatore principe che in tanti anni ha sempre "ammannito" (sic: non male, come lapsus) la verità al suo pubblico. Insomma, ha ribaltato il copione, ha indossato i panni di Catone il Censore, ha svolto per l’ultima volta il ruolo di Grande Populista della Palla. Gli altri, come sempre, erano solo il suo coro.

Un Grande. Siamo pronti a scommettere che riapparirà da qualche parte. Anzi, ce lo auguriamo. In questo circo equestre, ci mancherà. È l’unico, fra i tanti dimissionari (e i tanti che non ne vogliono sapere di togliersi dai piedi), che da accusato sia stato capace senza fare una piega di acchiappare l’ultimo "sgub", passare d’un salto sui banchi dell’accusa, come in un volteggio.

Fosse accaduto una settimana fa, l’avremmo volentieri proposto per il Quirinale. È, secondo noi, l’unico segno di unità di questo paese di simpaticoni (questa è un’autocensura, ma ci siamo stancati di ricevere querele, pardon: mettete voi l’aggettivo a piacere).





 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013