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Scrivere il calcio - Un Gol e una partita

di Xavier Renedo
  Maradona
Data di pubblicazione su web 01/05/2004  

Maradona segnò il suo più famoso gol il 22 luglio 1986 in una partita della Coppa del Mondo tra Argentina e Inghilterra. Il gol è un vero prodigio della tecnica, della forza e della semplicità. Jorge Valdano - che giocò in quella partita - lo riassume così in un articolo apparso sul quotidiano spagnolo "El Pais": "A Diego giunse una palla scomoda a centrocampo, marcato da due avversari, che riuscì a fare fuori con garbo ed eleganza. Una giravolta secca che valeva il doppio: scartare i due inglesi e voltarsi verso la porta avversaria, dopo avere ricevuto il pallone di spalle. Partì da metà campo, incalzato da uno dei due avversari e lungo l'appassionato percorso si trovò a risolvere problemi totalmente nuovi. Cambiò velocità, direzione e idea, diverse volte in quei dieci secondi e quando volle tirare, trovò davanti a se il portiere, la porta e la gloria: gol!".

In questa giocata, poco più lunga di dieci secondi, Maradona percorre una cinquantina di metri, tocca quindici volte il pallone e supera sei durissimi giocatori inglesi che Valdano definisce "difensori carnivori". Riassunto così, per iscritto, sembra un gol molto difficile da fare. E in effetti lo è, ma visto in diretta o in VHS, sembra relativamente semplice, perché Maradona, come tutti i grandi giocatori, fa apparire facile quello che in realtà è difficile. La verità è che il gol di Maradona è il risultato da una parte della ottima forma fisica del giocatore e anche della sua eccezionale tecnica. Ma oltre a queste qualità, altre forze hanno contribuito. E' stato un gol segnato più con la testa che con i piedi. Cioè con l'intervento decisivo dell'intelligenza, ma anche della memoria.

Ne fa fede l'articolo di Valdano che rivela due confidenze fatte da Maradona, dopo la partita, sotto la doccia. In piena azione Maradona aveva pensato di passare a Valdano: "Volevo passarti la palla, ma non trovai il varco". In piena azione, mentre era tutto teso a correre e dribblare i durissimi difensori inglesi, la mente di Maradona continuava a pensare all'azione che stava facendo e alle diverse giocate possibili che gli attraversavano il capo mentre si stava avvicinando alla porta avversaria, e cioè mentre si avvicinava al luogo e al momento decisivi. La giocata aveva mille possibilità di realizzarsi e stava per prendere la forma definitiva e trasformarsi in gol. In quel preciso momento Maradona, pensando in decimi di secondo alle azioni che poteva fare lui e che potevano fare gli altri giocatori argentini che lo seguivano, è stato capace di modificare la giocata e di decidere di continuarla da solo. Non perché è un giocatore individualista, ma perché capisce che tra tutte le giocate possibili l'opzione scelta è quella che ha le maggiori possibilità di riuscita.

Quando Maradona si trovò di fronte a Shilton, il portiere inglese, gli venne in mente un'altra immagine. Secondo Valdano, Maradona gli disse: "Quando mi trovai davanti al portiere pensai di tirare sul secondo palo, ma mi ricordai della partita di Wembley...". Maradona si era ricordato di una giocata simile, avvenuta sette anni prima, nella partita tra Argentina e Inghilterra. Arrivato davanti al portiere aveva tirato verso il palo sinistro, e il pallone era uscito di un soffio. Così commenta Valdano: "Ricordò la giocata di sette anni prima in quel momento culminante, valutò, confrontò, corresse, con quel potere di sintesi con cui gli assi del calcio risolvono le loro cose. Invece di tirare, puntò il portiere e, senza incontrare ostacoli, segnò...". Perciò, se nella prima confidenza Maradona metteva in mostra il ruolo dell'intelligenza, nella seconda svela il ruolo della memoria.

È evidente che la sua giocata non è di dieci secondi perché in realtà è incominciata sette anni indietro, nella partita di Wembley, ed è finita ai Mondiali del Messico. L'articolo di Valdano, El gol del siglo, deve essere considerato una poetica della creatività calcistica e sportiva: una sorta di Epistola ad Pisones in forma di articolo di giornale. Non ci sono, che io sappia, delle poetiche di questo tipo. Perché i giocatori di calcio possono essere dei buoni lettori, ma in genere non sono buoni scrittori, per cui manca una tradizione che rifletta sulla materia. Che racconti dei segreti e misteri della creazione sportiva. Per fortuna un grande giocatore di calcio e grande amico di Maradona come Valdano è risultato un magnifico scrittore e ci ha rivelato nel suo scritto le confidenze maradoniane, insieme alle proprie riflessioni sul gol che lui visse molto da vicino e che probabilmente capì meglio dello stesso Maradona.

Per Valdano la creazione sportiva è un processo vertiginoso "più rapido del proprio pensiero" come disse Vinicius da Moraes a proposito di un altro geniale giocatore di calcio: Garrincha. Questa creatività ha un obbiettivo molto chiaro in partenza (fare gol) ma non ha chiari né i mezzi né la strategia necessari per raggiungerlo; ha però fiducia nelle armi potenti dell'abilità, della fantasia, dell'intelligenza e della memoria capaci di superare tutte le difficoltà. Per Valdano il gol di Maradona è la migliore dimostrazione di questa poetica.

La rete di Maradona
Origine: Città del Messico
Soggetto: 22 luglio 1986
Argentina - Inghilterra 2-1
51’ e 55’ Maradona (A), 81’
Lineker (I)
 
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