San Flop
di Roberto Fedi
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Data di pubblicazione su web 05/03/2006 |
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Prendersela con il Festival di Sanremo, con Panariello, con il suo contorno e i suoi autori sarebbe come affidare alla banda di un paese la prima della Scala e poi stupirsi se la serata è stata poco più di uno strombettìo. Ma come si fa? Su nutrono fieri dubbi su chi ha allestito questo baraccone costosissimo per ricavarne ascolti da depressione, tristezza diffusa e sconcerto. Tanto per dire: si parla di 400 mila euri – detto così sembra più realistico – a Travolta per essere semplicemente approdato sul palco, e in generale di una cifra fra i 7 e i 9 milioni di euri – vedi sopra – per il costo totale di questo mega-flop.
Su Panariello e la sua incapacità di far ridere (che per un comico scusate se è poco) già dicemmo a suo tempo. Ricevemmo lettere di insulti. Ora anche il "Corriere della sera" titola Panariello, il comico che non fa ridere. Siccome il tempo è galantuomo, eccolo lì: impacciato, imbarazzato e imbarazzante, si muove su quel palco nero (a proposito: mai vista una scenografia più spoglia e brutta a Sanremo, almeno da come appare in televisione) come se non aspettasse altro che lo spettacolo, deprimente si immagina anche per lui, finisca. Mette ansia a vederlo. Le sue due vallette (scusate se le chiamiamo così, ma altro non sono) sono drammaticamente inadeguate al ruolo, ancorché strapagate: la Cabello, che dovrebbe essere lelemento dirompente avendo lavorato con le Iene, è più piatta del suo decolleté; la Blasi, mojie de Totti , sembra la sua fotografia (di lei, non di Totti: mica semo orbi, ahó). Le stangone-modelle che arrivano a dire un par di battute mettono angoscia, per primo probabilmente allo stesso Panariello.
Non parliamo delle canzonette. Un premio a chi se ne ricorda vagamente una anche appena dopo averla sentita. Ci fosse un "artista", come si definiscono, con un po di personalità. In confronto Al Bano , sbattuto fuori da quel palcoscenico, sembra un gigante. La terza serata, per cercare di rialzare gli ascolti, ha visto una specie di accorruomo in soccorso: è arrivato Pieraccioni (tanto per rimanere nella serie dei comici che non fanno ridere, almeno in televisione), è arrivato Verdone nella a nostro parere invereconda mascherata di Assunta, unanziana ipotetica cantante di festival dantan (a tratti, onestamente, sgradevole e a dir poco politicamente scorretta). È arrivato un wrestler americano, tale Cena (origini italiche), con cui Panariello ha inscenato un duetto triste anche quello tutto ovviamente giocato sulla differenza del fisico. Madonna. Era lì anche Luca Toni, centravanti della Fiorentina e della Nazionale e fidanzato di una delle stangone. Allinizio è arrivata anche la squadra dei medagliati delle recenti Olimpiadi, tanto per darci ragione accolta, come è ormai dobbligo anche scrivere, da una standing ovation (ci scusiamo per la banalità).
Niente. Ascolti giù a precipizio. A parte un Festival condotto dalla Ventura, dimenticato, non ce nera mai stato uno così rifiutato dai telespettatori. Al punto che Mediaset ha tentato il colpaccio, e ha messo in onda giovedì quel colosso del buon gusto del Grande fratello. Ha perso, ma non per moltissimo.
Secondo noi la colpa, se così si può dire, va oltre il pur inadeguato Panariello e il Del Noce, sempre in prima fila, imperturbabile. È proprio nella formula: ma possibile che nel 2006 si possa allestire unoperazione così, come se si fosse ancora negli anni Cinquanta? Ma possibile che la Tv di Stato per giorni debba impiegare sforzi, tempo & quattrini a far da traino a questo omnibus senza le ruote? Ma possibile che per una settimana la Rai non mandi in onda altro, non solo in diretta ma anche nei Telegiornali, nelle rubriche, nei collegamenti?
Ma a chi possono piacere, in Europa (o non si parla sempre di quello?) queste canzonette e questi "artisti"? Ma chi può avere la costanza, veramente masochistica, di starsene ore davanti allo schermo a vedere Panariello? (la sua migliore battuta: perché non sei entrata di spalle? a una fanciulla con un abito che sul retro le scopriva anche le natiche. Pardon) E pensare che mancano, al momento in cui scriviamo, ancora due giorni…
PS.
Qualcuno obietterà che avevamo scritto che ci rifiutavamo di vederlo. Verissimo. Ma, ricordando la lettera di insulti e anche peggio che un anonimo molto vicino a Panariello ci spedì un paio di anni fa (la si può leggere nellarchivio di questo sito), abbiamo voluto dare unocchiata.
La vendetta, lo sapete, è un piatto che va consumato freddo.
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