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Il taroccamento di Capodanno

di Roberto Fedi
  Il concerto di Capodanno
Data di pubblicazione su web 04/01/2006  
L’avevamo già notato esattamente due anni fa. Siamo costretti a ripeterci. Non si capisce per quale insano motivo, o per quale (più probabile) trivialità provinciale la Rai non trasmette più in diretta (come il resto del mondo, più o meno) il concerto di Capodanno da Vienna, con i mitici, è il caso di dirlo, Wiener Philharmoniker. Che è bellissimo, se ci passate l’aggettivo, fastoso, gioioso, anche divertente - oltre che di livello superbo, naturalmente. No.

A noi tocca un concertino spento in quel concentrato di arredamento hollywoodiano (ci scusiamo con Hollywood) che è la rifatta Fenice. Passi per l’anno del restauro, anzi la ricostruzione, dopo l’incendio: poteva essere un modo per tirarsi su. Ma oggi, primo dell’anno 2006, la cosa fa arrabbiare. Ci è toccato così un coro e un’orchestra di serie B, modesti sia pure arronzati da un notevole Kurt Masur; un buon tenore, José Callenga, un basso come Roberto Scandiuzzi e un soprano non male come Fiorenza Cedolins.

E allora? Che c’entra il Capodanno con le romanze in forma di concerto, con un tocco (maldestro) da Mozart e una noia mortale? E che c’entra, a parte il senso di patria, il coro del Nabucco col Capodanno? E soprattutto: che cavolo c’entra la Fenice con la tradizione dei walzer viennesi e di Strauss, che da sempre (o almeno da quando ci ricordiamo, che è lo stesso) inaugurano tra fiori, stupendi allestimenti, musica eccezionale, l’anno nuovo? E che c’entrano i melodrammi svenevoli col Capodanno e gli auguri? C’è venuto da pensare che questi sono matti, oltre che autarchici e provinciali. Così ci siamo dovuti vedere e sentire il concerto da Vienna registrato, sempre sulla Rai, un paio d’ore dopo. Roba da mettersi a urlare.

Abbiamo invidiato il resto del mondo (60 nazioni collegate, e quelle che potevano farlo in diretta - ci pare) che hanno sentito il Danubio blu diretto da Maris Jansons, grande anche se focoso, un’orchestra strepitosa, le bellezze del teatro. Un appello. Dopo che ha comprato la serie A e la Juventus, cosa di cui niente ci frega, potrebbe Mediaset comprare anche il Concerto da Vienna del primo gennaio? Così, per fare un omaggio alla cultura (si scrive così: c-u-l-t-u-r-a, e si pronuncia con l’accento sulla penultima), una volta tanto.

Grazie Silvio. Restiamo in attesa.




 

 


 






 
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