Avrà certamente sorpreso il pubblico del Torino Film Festival lultimo lavoro di Cédric Kahn, già autore di pellicole come La noia (1998), Roberto Succo (2001) e Luci nella notte (2004). Perché Lavion, questo è il titolo dellultimo film, si distacca nettamente dalla precedente produzione del regista francese, improntata alla riduzione cinematografica di celebri romanzi o ispirata a fatti di cronaca; Lavion è, infatti, per la prima volta nella filmografia di Kahn, un film per bambini, una favola.
Il piccolo Charly riceve dal padre, pilota darerei, un modellino di aereo al posto della bicicletta che gli era stata promessa. La delusione per il regalo indesiderato si trasforma in stupore quando laereo, dopo la morte del padre in un tragico incidente, prende vita e comincia a volare da solo; è linizio di unavventura che porterà Charly a lottare contro i "grandi" che vogliono impossessarsi dellaereo per studiarlo, permettendogli infine di ritrovare suo padre.
Lartificio della "favola" per bambini, palese fin dallinizio come una dichiarazione dintenti, permette al regista francese di abbandonare ogni pretesa e rivolgersi allo spettatore con un linguaggio chiaro, diretto e immediato, privo di artifici o orpelli, scossoni nel continuum narrativo (in termini musicali si potrebbe definire pianissimo). Egli assume pienamente e deliberatamente il punto di vista di Charly, seguendone levoluzione attraverso sentimenti contraddittori e continuamente mutevoli. Fin da subito emerge la mai esaurita contrapposizione tra il mondo dei bambini e quello degli adulti, che anche quando sono "buoni" non sono comunque in grado di capire ciò che i bambini vivono e sentono. Anche la tecnica cinematografica è finalizzata a rafforzare questa sensazione, con dialoghi elementari e rarefatti, movimenti di macchina lenti e fluidi; un insieme omogeneo e coerente, univoco per tutto il film. Sembra a tratti di entrare in un anime di Hayao Miyazaki, la cui intera opera cinematografica è certamente molto vicina ai temi espressi qui da Kahn.
La verosimiglianza lascia il posto alla favola nel momento stesso in cui laereo si alza in volo, arrivando a occupare tutto lo schermo con le sue evoluzioni e diventando "amico" di Charly, in una sorta di affinità elettiva ideologico-sentimentale con lui. Lillogicità di ciò che si vede, ancora una volta, è accentuata dalla tecnica, con lutilizzo costante delleffetto notte per le sequenze notturne, artificio che provoca uno straniamento percepibile e la perdurante sensazione di trovarsi in un "altrove" irreale e fantastico, un paese delle meraviglie in cui ogni cosa può accadere.
Kahn scongiura il rischio di cadere nella retorica infantile con un controllo accurato delle emozioni, restando sempre un passo indietro dello sterile patetismo fine a se stesso. La storia colpisce proprio per la sua semplicità, per la capacità di tratteggiare con composta disinvoltura lattaccamento del bambino per qualcosa che ha abbandonato la mera funzione di oggetto per diventare il simbolo dellaffetto per il padre. Laeroplano, letteralmente, è il padre, prova ne è il fatto che esso scompaia quando ha assolto la sua funzione, ovvero permettere il ricongiungimento di genitore e figlio. La linearità narrativa e la perfetta circolarità della storia non sono quindi elementi banali e statici, ma diventano anzi valore aggiunto, perché funzione della storia è di trasmettere un messaggio, la cui semplicità e genuinità non ne inficiano la valenza.
Kahn, rivolgendosi ai bambini ma anche agli adulti, sembra voler dire loro che la libertà, le emozioni, lannullamento della morte, il ricongiungimento con persone care sono possibili, fattibili, tangibili. E lo fa chiedendo loro di rinunciare alla pretesa di credibilità, per immergersi in una storia priva di coordinate verosimili e permeata fin dallinizio da una anarchia estetico-narrativa, che proprio da essa trae il maggior punto di forza. Lavion è un inno alla vita, allinnocenza, alla capacità di rincorrere (nel vero senso del termine) i propri sogni, librandosi in volo sopra le difficoltà e gli ostacoli della vita quotidiana. Non cè ingenuità in questo messaggio, ma solo una forza dirompente che si riflette nel biancore dellaereo, simbolo di incontaminata purezza.
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