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Fine di un’epoca

di Roberto Fedi
  Paolo Valenti, ideatore e conduttore di "Novantesimo minuto"
Data di pubblicazione su web 26/08/2005  
Il titolo è ironico, naturalmente. Ma è quello che tutti i giornali hanno scritto quando in estate si è saputo, notizia bomba, che la Rai aveva perso il calcio di serie A, insomma in sostanza Novantesimo minuto, acquisito da Mediaset. Anzi, che neanche l’aveva voluto, visto che l’offerta si dice che fosse simbolica: 100 euro. Strategie aziendali da fenomeni, che noi, poveri bischeri, non si capiscono e neanche ci si prova, a spiegarle.

Pianti, lamenti, disperazione. Stupore. Fine di un’epoca, insomma. A noi, che siamo notoriamente cattivi, viene fatto di stupirci dello stupore. Ma parliamoci chiaro: qualcuno davvero rimpiange i servizi di Carlo Nesti? Le moviole di Longhi? Le interviste di Paris? I commenti di D’Amico, come al Bar Sport, o di Tosatti, sbracato come in un dopocena senza misericordia né digestione all’osteria de Trastevere? Insomma quella Rai Sport che assomigliava a una specie di Usl di provincia?

Via, non scherziamo. Oppure la brigata dei compagnucci della parrocchietta della Domenica sportiva, sbrindellati e quasi increduli di essere lì, a far cosa poi non si capiva se non a incassare assegni si presume godibili per dire che secondo loro il campionato era ancora lungo? Via, non rischerziamo.

Quindi va benissimo così. Non sappiamo come sarà il nuovo Novantesimo minuto, forse condotto da Bonolis con qualche collaborazione della Gialappas’s. Ma anche se lo conducesse un muto, sicuramente sarebbe meglio di quello che noi, già in tempi come suol dirsi non sospetti, chiamammo Novantesimo sbadiglio. 

Ora ci manca solo un paio di colpetti per dirci quasi contenti. Il Giro d’Italia: speriamo in Murdoch, almeno, visto che i campionati del Mondo di calcio se li è già presi. Poi il Palio di Siena, che regaliamo volentieri come giunta a chi compra il Tour de France, con tutti i su’ poeri ‘havalli. L’Atletica ce la teniamo alla Rai, visto che il Bragagna sembra essersi riabilitato (vedi qui accanto: Pensierini). Gli sport invernali ci trovano per adesso impreparati: in estate non ci vengono in mente. L’automobilismo, visto come corrono le Ferrari, lo tenga pure la Rai tanto è comunque un disastro. Del motociclismo non ci occupiamo più, da quando Valentino Rossi si è messo a fare il simpatico a contratto (prima era solo simpatico e basta). Che resta? Il nuoto e assimilati ci lasciò un buon ricordo da Atene, e chissà che non stia bene dov’è. Le palle volanti in genere (basketball, volleyball, beach volley…) in Italia non ci fanno né caldo né freddo, con qualche eccezione per la seconda quando lo stellone ci aiuta. Il canottaggio lo diamo a Galeazzi, purché non faccia altro.

Gli altri, si diano pure all’ippica.


 


 

Il trio Tosatti-Ferrari-Longhi
Il trio Tosatti-Ferrari-Longhi




 
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