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La mina è innescata

di Giovanni M. Rossi
  No Man's Land
Data di pubblicazione su web 01/01/2001  
Terra di nessuno, eppure di tutti. Perchè tutti finiscono in quel buco nero della discordia che l'ex giornalista bosniaco Danis Tanovic, regista e sceneggiatore dall'esordio folgorante, ha voluto adottare come grottesca metafora della guerra nell'ex Jugoslavia, e di tutte le guerre. In quella sorta di trincea da prima mondiale che divide come una ferita immonda i lembi di una stessa terra, strisciano e poi ruzzolano sparando due pedine avanzate dei fronti contrapposti, un serbo e un bosniaco, e non importa capire per tutto il film, dalle divise scomposte e dai discorsi dissennati e testardi, chi è nello schieramento etnico: sono nemici e basta, quasi dello stesso villaggio, la stessa lingua, con un odio accumulato che si attenua o si maschera solo nello sforzo comune di sopravvivere, stretti nella trappola di un fuoco cieco e incrociato.

Metafora, certo, con variazioni di scrittura che scorrono lievi dal tragico all'ironia, quell'humour involontario e nero che scaturisce da situazioni paradossali (il terzo uomo, scomodo convitato disteso su una mina, senza potersi muovere pena lo schianto; l'indolenza caparbia degli stati maggiori dei contendenti; la burocrazia e l'impotenza colpevole dei "puffi" blu delle Nazioni Unite; la babele di lingue che impaccia anche gli aiuti umanitari; la cinica avidità dei media internazionali); ma la m.d.p. di Tanovic, memore di un passato da documentarista, non cerca scorciatoie poetiche o voli consolatori: si acquatta in trincea, fra i corpi, le esalazioni, la terra smossa, lo squallore delle casematte, il fumo dell'ennesima sigaretta più preziosa del kalashnikov, la paura sui volti, la fragilità dei cuori generosi, e dietro al simbolo scoperchia un vero che inquieta anche quando fa sorridere o raggela.

In quei pochi metri quadrati scavati tra i campi verdeggianti si consuma, nell'unità di tempo e di luogo, la farsa assurda dell'intolleranza e della complicitˆ di chi guarda, sugli schermi piccoli o grandi, lo spettacolo della violenza bellica e non fa nulla per disinnescare quella mina, che è ancora li, sotto il corpo immobile di un uomo, se questo è un uomo.

 
No Man's Land
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