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L'urlo delle Troiane
contro tutte le guerre


di Albarosa Camaldo
  Le Troiane
Data di pubblicazione su web 08/05/2005  

La giovane ed energica regista Serena Sinigaglia dedica il suo nuovo spettacolo ad attualizzare la tragedia di tutte le tragedie, la sconfitta dei Troiani da parte dei Greci a conclusione della guerra di Troia. Ed ecco un moderno coro di Troiane euripidee appare in scena, in vesti bianche con i turbanti, vago retaggio dell'oriente, tranne Andromaca già vestita a lutto. Le troiane, mogli, figlie, sorelle degli sconfitti, si aggirano in una scenografia vuota fra bidoni di latta, abiti ammassati e trascinando valige che tanto ricordano quelle degli ebrei deportati, in attesa di scoprire di quale greco andranno schiave. Si aggirano sollevando e lanciando verso il pubblico la cenere della loro città incendiata e, con un moderno inserto, foto ingiallite, tratte da ipotetici album di famiglia. Gli uomini, invece, i tronfi greci vincitori, sono tutti vestiti di nero e solcano il palcoscenico con fare sicuro, con qualche oggetto moderno, come la pipa di Ulisse e gli  occhiali da sole di Menelao. Originale l'idea della Sinigaglia, convinta che tutti gli spettatori debbano avere "gli strumenti necessari per comprendere la vicenda che gli si narra", di inserire passi dell’Iliade omerica, tradotta da Maria Grazia Ciani, per aprire suggestivi squarci sui personaggi che man mano sono introdotti in scena in un continuo alternarsi di passato e presente. La regista decide però di fare interpretare gli inseriti omerici solo da personaggi maschili, così lo straziante addio tra Ettore e Andromaca e il piccolo Astianatte è tutto al maschile, per lasciare alle donne solo la parte delle Troiane, nella puntuale traduzione di Laura Curino.


 

Le Troiane
Le Troiane


 

Tra i giovani  attori, alcuni appena usciti dalle Scuole d’Arte, spiccano Sandra Zoccolan, una eroica Cassandra che,  privata delle sue candide vesti sacerdotali sotto gli occhi di tutti, affronta il suo destino con coraggio; Maria Pilar Perez Aspa, una straziante e intensa Andromaca che, oltre alla morte del marito Ettore, deve sopportare la terribile uccisione del figlio Astianatte. Nel momento più drammatico mentre Andromaca, impietrita dal dolore assiste alla morte del figlio, la regista inserisce un flash back con i ricordi dei momenti lieti della sua  vita così da far apparire ancora più tremendo il suo attuale destino. Elena di Irene Serini è rappresentata come una prostituta in un vestito di lamè pronta a risedurre Menelao e a salvarsi la vita tra l'indignazione delle altre donne. Alterna, invece, non sempre in maniera efficace il registro comico a quello drammatico l'Ecuba di Arianna Scommegna che, con gli occhiali da vecchietta e il bastone,  assiste a tutte le tragedie che hanno colpito la sua famiglia e il suo popolo finché, alla morte del nipote Astianatte, urla "basta", basta al dolore, basta agli orrori di tutte le guerre unendosi al coro delle donne di cui era regina.

Infinite le trovate sceniche e l'energia profusa nello spettacolo dalla Senigaglia e trasmessa ai giovani attori, come la scena dell'incendio di Troia in cui appare in scena un "mangiafuoco"  che, dopo aver giocato con il fuoco, lo attacca perché si propaghi ai bidoni della spazzatura allineati per dare l'impressione delle mura di Troia che ardono. Drammatico l'effetto reso dal trasporto dei vestiti vuoti che rappresentano le salme che i greci, con ritmico movimento, accatastano in presunte fosse.

Suggestiva e filo rosso che percorre  tutto lo spettacolo la colonna sonora che spazia da Bach a Jimi Hendrix agli U2, rendendo più intensi i momenti salienti dell'azione. I classici così ancora una volta appaiono attuali e non stonano pur rivestiti di alcune parole contemporanee.



Le Troiane
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