Finalmente, dopo unattesa che è durata più di un anno, anche Firenze ha potuto assistere a Mémoires di Goldoni, per ladattamento di Tullio Kezich e Maurizio Scaparro, di nuovo insieme in un allestimento teatrale. La proposta di rappresentazione prende come punto di partenza Una delle ultime sere di carnovale dellautore veneziano, e si sviluppa attraverso Il teatro comico, Gli innamorati, La locandiera, Il bugiardo, Le baruffe chiozzotte, La putta onorata ed Il mondo della luna, ma ha come struttura il testo originale scritto da Goldoni, Mémoires (in corso di pubblicazione).
Linterpretazione delle scene, affidata al Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” in collaborazione con la Compagnia Molière, ha luogo sulla scenografia ideata da Roberto Francia, anche lui già al fianco di Scaparro in altre produzioni teatrali. Francia riprende luso del “tulle”, già introdotto molte altre volte da Visconti e da Strehler, per rendere più concreto il materializzarsi sul palco del flusso dei ricordi di Goldoni, il quale «procede nel racconto della vita a ‘tentoni e a sbalzi» (dal programma di sala), come confida egli stesso ad Anzoletto. Perché «così si snoda una vita che non è vita, una storia che Kezich e Scaparro definiscono a frammenti, nella mente del regista omaggio non solo a Scaccia, ma anche a quella testimonianza di creatività fatta di incredibile lucidità, del teatro come tenace richiamo alla conoscenza e al sapere» (dal programma di sala). Agli occhi dello spettatore lo scheletro di casa dove Goldoni si è ritirato si accende di bagliori improvvisi, come la mente dellautore veneziano.
Nelleconomia della rappresentazione la musica occupa un posto di rilievo, e ne viene più volte evidenziata limportanza, da parte degli attori che portano in scena le compagnie che hanno lavorato per Goldoni. Gli stessi si esibiscono nellinterpretazione di arie tratte da Il mondo della luna, La donna di governo, La bella verità e da Il teatro comico, i cui testi sono stati scritti da Germano Mazzocchetti. Lesecuzione si avvale dellaccompagnamento al pianoforte, posto in platea, creando così un ponte tra Mondo e Teatro, ossia fra quei due elementi che Goldoni si sforza di unire per dare vita ad un nuovo tipo di teatro.
La regia di Scaparro propone una lettura di Mémoires incentrata sullautoanalisi ed autocritica messa in atto da Goldoni sui momenti più significativi della propria vita, e sui continui e logoranti scontri con la vecchia mentalità teatrale. Il regista propone quindi un Goldoni spossato da tali duelli e che sembra essere schiacciato dal duplice peso dei ricordi e delletà. Eppure non rinuncia a propugnare le proprie idee e diventa «un uomo che giunto al limite della vita, attraverso la solitudine, ha cominciato a far parte per se stesso con tutte le sue idiosincrasie, la sua deludente, difficile vecchiaia segnata dallo spettro della sconfitta, dellindigenza e dallorrore della morte» (dal programma di sala). A sostegno dello scrittore veneto arriva Anzoletto (Max Malatesta), protagonista di Una delle ultime sere di carnovale e destinato, come afferma Goldoni stesso, a farsi ‘allegoria del proprio autore e diventarne lalter-ego. Lo stesso attore diviene quindi la memoria di Goldoni, sostenendolo nei momenti di smarrimento, ne diviene la proiezione giovanile e si fa parte integrante dei ricordi che affollano il palco. Lati che Max Malatesta traduce in un continuo impulso al movimento, alla scoperta di ciò che il futuro ha in serbo per lui, adesso Goldoni giovane; ancora, quando porta in scena Gli innamorati, diviene lo specchio che riflette le mete artistiche raggiunte da Goldoni. Arriva, infine, ad affrancarsi dal proprio di semplice personaggio, in quanto proiezione dellautore veneziano, riesce a rivivere il passato conoscendone in anticipo il divenire e, per questo, giudicandone con lucida oggettività gli eventi, e rimprovera a Goldoni di non vedere altro che gli aspetti positivi.
Attorno a lui si muovono Gaia Aprea, Donatella Ceccarello, Enzo Turrin, Dely De Mayo, Luca Mascia, Rosario Coppolino, e Franceschino Bottai, che portano in scena la Compagnia Medebach ed i comici della Comédie Italienne di Parigi, ancora saldamente legate alla vecchia concezione del teatro delle maschere, che però li porta ad essere facilmente identificabili. La loro prevedibilità si sostanzia, per la prima compagnia, in una recitazione scontata, e a tratti macchiettistica, caratterizzata da topoi tradizionali, come ad esempio il conflitto fra la prima attrice e la ballerina, ed il flirt fra questa ed il capocomico, momenti non solo scontati ma anche volutamente accentuati tramite gesti ad uso e consumo del pubblico. Nel secondo della compagnia parigina la regia di Scaparro fa emergere un clima di compatta ed orgogliosa ostilità nei confronti dellinnovazione perpetrata dallo scrittore straniero.
Lo scontro diviene ineluttabile e Goldoni si trova costretto, per non scendere a patti con se stesso, a rinunciare al proprio alter ego e combattere in prima persona contro i fantasmi del proprio passato, contro le antiquate idee sul modo di fare teatro. Da tali scene esce rafforzata linterpretazione offerta da Mario Scaccia, che dà vita ad un personaggio commovente, prostrato dal peso dei ricordi, che però continuamente cerca. La testa reclinata sullo schienale, con i grandi occhi spalancati verso lalto, mentre la mano malferma cerca la sicurezza nel contatto con il libro dei Mémoires, suo unico vero amico da sempre. Eppure, trova la forza di alzarsi, per riaffermare se stesso, per tornare sempre più provato al proprio posto, fino a rimanere completamente cieco in mezzo al palco. Sorretto da Anzoletto si risiede ed assiste allultimo atto, la partenza per Il mondo della luna, che Scaparro pospone alla fine della commedia: qui Scaparro pospone non la partenza verso il Mondo della Luna ma un episodio dei Mémoires che Goldonia veva messo allinizio del suo lavoro e che appunto il regista sposta alla fine trasformando il giovanile viaggio dellautore verso Rimini nel Viaggio verso la luna. Dietro lo schermo del ‘tulle, si materializza il futuro immediato: una fragile imbarcazione, alla morte di Goldoni, porterà via i personaggi della commedia delle maschere ed Anzoletto, rappresentante del nuovo modo di fare teatro, segnando la fine di un ciclo.
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