drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Le evocazioni di Manon Lescaut

di Giovanni Fornaro
  Manon Lescaut
Data di pubblicazione su web 14/04/2005  

Un romanzo del '700 trasformato in opera lirica tardo ottocentesca e, quest'ultima, riletta oggi in senso multimediale. Niente male come crossover! È quanto messo in scena al teatro Piccinni di Bari, per la stagione operistica della Fondazione lirico sinfonica Petruzzelli, con l'allestimento di Manon Lescaut (1893) di Giacomo Puccini, dallo scorso 6 aprile. Sulla carta l'idea registica di Gabriele Vacis poteva apparire vecchia ancora prima di essere realizzata: proiettare in scena, su una tenda-fondale in cui i personaggi decidono di apparire e scomparire, e finanche sul piano di calpestio petit morceaux di film noti, dai volti di grandi attrici e attori in memorabili interpretazioni a inquadrature d'insieme fortemente evocative (light design, scene, costumi e luci sono di Lucio Diana e Roberto Tarasco). Come in molte pubblicità televisive, si dirà. Non per la Manon di Vacis, autore insieme ad Alessandro Baricco della non dimenticata trasmissione televisiva Totem. Non si tratta di mera giustapposizione fine a sé stessa ma di un montaggio incrociato e continuamente dissolvente di corpi e oggetti, movimenti e sguardi intensi, sensuali maree e cieli infuocati che, come si legge nelle note di regia sul libro di sala, sono inseriti nei momenti di passaggio dell'opera, ad offrire ''spunti per lasciar vagabondare la mente a costruire le proprie storie''. Non una versione modernizzata di fondali e scenografia, quindi, ma elemento ''aggiunto'', valore integrativo di una drammaturgia che tende a soggettivizzare la fruizione teatrale, a rendere evocativa e personale l'esperienza della visione collettiva.


 

Manon Lescaut
Manon Lescaut


Vacis spiega efficacemente come questa lettura della Manon Lescaut non edulcori il significato dell'opera originaria, giacché la musica di Puccini si presta perfettamente a ''gettare ponti, a suggerire collegamenti che facciano scattare la mente anche visivamente'', con inedito senso ritmico, armonico e melodico: un continuum musicale che, spezzando la rigida suddivisione in arie e recitativi e mutuando da Wagner i leitmotiv, avrà notevole influenza sulla grammatica di quella nuova espressione musicale del XX secolo che sarà la colonna sonora cinematografica.

Con questi obiettivi, si comprenderà come il lavoro del bravo e preciso direttore d'orchestra Antonello Allemandi sia stato difficile e delicato, anche per le oggettive difficoltà di resa dell'impatto timbrico dell'orchestra pucciniana in un ambiente, come quello del pur elegante teatro Piccinni, troppo ristretto. È stato così deciso di ridurre l'apporto numerico degli archi e di collocare alcuni musicisti nei palchetti laterali, cosa che comunque non ha inficiato la resa di un'orchestra – quella della Provincia di Bari – ormai di ottima levatura, quanto sapientemente guidata.


 

Manon Lescaut
Manon Lescaut


Spenti i proiettori, nei momenti di più intensa partecipazione drammatica o di tenera effusione amorosa l'attenzione del pubblico era veicolata, per la quasi assoluta assenza di elementi scenici, nei confronti dei cantanti, fra i quali merita un'ovazione (puntualmente ottenuta a fine recita) la soprano Maria Pia Ionata, perfetta nella parte di una Manon misteriosa e multiforme, ingenua sedicenne e sofisticata viveuse, che riesce però a non adagiarsi al cliché della scaltra ammaliatrice presente nell'originario romanzo settecentesco di Prevost, mostrando capacità di resistenza - resta infatti in scena fino al termine - e di fine tessitura vocale, veramente esemplari, sia nei momenti di grande ''presenza'' acustica che nei sussurrati, nei lamenti a fior di labbra. In questo senso, il momento più intenso dello spettacolo è quello dell'incontro nel secondo e decisivo atto fra Manon ed il suo precedente, indimenticato amante Des Grieux (il bravissimo tenore Keith Olsen), quasi un pas-de-deux lirico che assume gli accenti contrastati della passione più intensa come della tenera delicatezza del sentimento più intimo.


 

Maria Pia Ionata in Manon Lescaut
Maria Pia Ionata in Manon Lescaut


Efficaci le altre voci, dal basso Giancarlo Tosi, ricco pigmalione di Manon, al baritono Dario Solari, (Lescaut), ai tenori Nicola Sette (Edmondo) e Vittorio Bari (maestro di ballo), nonché Antonio Muserra, Angela Masi, Angelo Casertano e Emil Zehelev.

Anche il Coro Ente Artistico l'Opera, diretto da Elio Orciuolo, ha ben figurato in compiti diversi, considerando che Puccini lo utilizza con impasti vocali e timbrici molteplici nell'arco dell'opera, con funzioni di volta in volta differenti.



Manon Lescaut



cast cast & credits
 
trama trama




 
 


 

Il regista Gabriele Vacis
Il regista Gabriele Vacis

 

 

 



 

 


 



Maria Pia Ionata nel ruolo di Tosca (2001)
Maria Pia Ionata nel ruolo di Tosca (2001)



 

 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013