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Senso delle proporzioni

di Roberto Fedi
  Agostino Saccà e il busto di Omero
Data di pubblicazione su web 02/02/2003  
Agostino Saccà è il direttore generale della Rai, e se ce l'hanno messo avranno avuto le loro buone ragioni. Non abbiamo nessuna idea di che studi abbia fatto, né l'abbiamo mai visto. Insomma, non sappiamo niente di lui. Ma quello che ci pare indiscutibile è che ha, di certo, un ragguardevole senso dell'ironia, probabilmente involontaria. E un notevole senso delle proporzioni, proprio nel significato matematico del termine.

Non si spiega diversamente quanto ha dichiarato qualche giorno fa al "Corriere della Sera", a proposito appunto della Rai e delle sue produzioni (24 gennaio 2003, p. 12). Che è alla lettera quanto segue: "La Rai produce la migliore Tv d'Europa, le nostre fiction stanno all'Odissea e all'Iliade come questi due grandi poemi stanno al popolo greco". Sic.

Facciamo un po' di analisi del testo. La prima frase ("La Rai produce la migliore Tv d'Europa") è come suol dirsi assiomatica, e non ammette obiezioni. In termini linguistici, è come dire che la torre di Pisa pende: è indiscutibilmente vero, che vi piaccia o no. Chi non ci crede basta che vada a Pisa, in Piazza dei Miracoli, e dia un'occhiata. Non c'è verso: pende. Vi potete anche mettere stesi sull'erba, a testa in giù, guardarla con un occhio solo: pende. Insomma è un dato di fatto facilmente dimostrabile.

La dichiarazione di Saccà invece sembra una verità da Vangelo, ma è solo una opinione personale. Come si fa a dimostrarla? Secondo un paio di nostri amici, tanto per dire, la migliore Tv d'Europa è quella svizzera. E allora? Quindi, per sintetizzare, è come se un produttore di parmigiano dicesse che il suo parmigiano è il miglior formaggio del mondo. Può anche darsi, ma la fonte ci sembra sospetta. Perché ogni scarrafone, come dicono dalle parti del Vesuvio, è bello a mamma sua.

Più interessante e impegnativa la proporzione (in senso matematico, come abbiamo detto) che segue. Leggiamola bene. In una proporzione, ripeschiamo dalle memorie liceali, i medi e gli estremi stanno in un rapporto appunto proporzionale: il prodotto dei medi (ricordate?) equivale al prodotto degli estremi. Per fare un esempio: 3:6=6:12, dove come si vede il prodotto è sempre 36 (6 x 6, oppure 3 x 12). Insomma, fra i numeri c'è un rapporto, una scalatura, insomma una proporzione: che fra il primo e il secondo è identica a quella che c'è fra il terzo e il quarto. Tutto torna.

Ora, se io scrivo
fiction Rai : Iliade-Odissea = Iliade-Odissea : popolo greco
non si capisce un'acca. Che c'entra la fiction con il popolo greco? e i due poemi omerici con la fiction italiana? Boh. Ma forse Saccà voleva dire che, in fin dei conti, come l'Iliade e l'Odissea sono i grandi poemi nei quali il popolo greco si era riconosciuto, così la fiction italiana della Rai è la narrazione epica (!) nella quale si riconosce il popolo italiano. Speriamo di no, perché altrimenti stiamo freschi.

Oppure che il popolo greco, come forse quello italiano, aveva bisogno di narrazioni in cui riconoscersi, e Omero o chi per lui gliele ha fornite, e a noi - disgraziati - ce le fornisce la Rai. Peggio che andar di notte. Perché si sa come vanno le cose a questo mondo: a chi tutto, e a chi nulla. Oppure che il cavallo della Rai (fuori dalla sede di via Mazzini) poteva assomigliare al cavallo di Troia. O che Ulisse è come Saccà e Agamennone è come Baldassarre. Oppure che Troia assediata è quasi come il Consiglio di Amministrazione della Rai; o che Pippo Baudo è invincibile come Achille; o che Santoro è come Ettore; o che Mike Bongiorno è come Enea; o che Casini e Pera (i presidenti di Camera e Senato che nominano il CdA) sono come Zeus e Vulcano o qualche altro dio a scelta; o che il Tg1 e il Tg2 sono come aedi omerici e il Tg3 come Cassandra; o che Gasparri, ministro delle Comunicazioni, è astuto come Ulisse; o che Telemaco è come Fiorello; o che Giucas Casella è come la Maga Circe; o che Saxa Rubra è come Itaca; o vattelappesca. E Elena? e Paride? E Priamo? e Calipso? (non il ballo, la dea). E Penelope? (quella, alla Rai, è merce rara di sicuro). Boh.

Insomma, tutto questo guazzabuglio per dire che, poniamo, Sospetti 2 è un gran film Tv, roba da questione omerica. Invece è un delirio senza capo né coda. Se Ulisse (Odissea, libro IX) avesse raccontato ad Alcinoo, tanto per dire, un racconto - pardon, una fiction - così, il buon re dei Feaci a Itaca ce l'avrebbe rispedito a nuoto.

Nota
Qualcuno potrebbe obiettare che anche la frase "Sospetti 2 è un delirio eccetera", è un'affermazione assiomatica. Verissimo. Ma è facilmente dimostrabile, come quella che la torre di Pisa pende. Basta guardarlo (Raiuno, domenica ore 20.45, 2 febbraio: ultima puntata - grazie al cielo).






 
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