Chi ha avuto la fortuna di accendere la televisione mercoledì sera, verso le 22 su Rai Uno, sa di cosa stiamo parlando. Chi non lavesse avuta, e magari si fosse addormentato davanti allo schermo, non sa cosa si è perso. Per questi ultimi ne diamo compiuta cronaca.
Dunque. Erano circa le 22, come abbiamo detto (per la precisione e a futura memoria: le 22 e 22) e da Sanremo arrivava la solita noia. Canzonette tristi senza misericordia. Vallette o assimilabili stravestite o straignude. Musiche che si dimenticano mentre addirittura si sentono (tra parentesi: ma come fanno i cantanti a ricordarsele? la vera professionalità è quella, altro che storie). Applausi di un pubblico così vero che sembra finto – o così finto che sembra vero, per Sanremo è lo stesso. Nel mezzo, Bonolis che sembra sempre che stia dando un pacco a qualcuno, talmente becero che sembra elegante – o talmente elegante da sembrare becero (in televisione funziona così).
Insomma, la solita minestra. Né era valso a riscaldarla il povero Castagna, che si era addirittura immolato il giorno prima per lex patria Rai, permettendo al Bonolis di annunziarne in diretta la dipartita – cosa che, cattivo gusto a parte, a qualcuno sarà anche sembrata unindebita appropriazione da parte della Rai di mercanzia Mediaset.
Paolo Bonolis e Mike Tyson
A quel punto, lEvento. Erano, appunto, le 22 e 22. Preceduto da polemicucce di servizio (vederlo fa male ai bambini eccetera: più che altro, come si vedrà, fa bene alle bambine) è stato annunziato Mike Tyson. Pubblico plaudente, e tutti notano e anche noi da casa che un brivido percorre la sala. Perché non è entrato un uomo, sia pure nero: è entrata la Bestia.
‘Bestia, che bestia!, sembra che abbia sussurrato Bonolis, che al cospetto del Cattivo è diventato piccolo e bianco. E anche le vallette, visibilmente, si sono scosse, come tante Belline al cospetto del Bestione. Il quale è entrato come se fosse su un ring: imponente, ghignante, torvo, le narici dilatate. Muovendosi come una pantera (nera) si è avvicinato al piccolo & bianco, che lo ha salutato con malcelato sussiego e in realtà imbarazzo: ‘Hi, Mr Tyson, nice to meet you….
Che ci crediate o no (mi riferisco a quelli che si erano assopiti), è scattato linferno. Erano, per la Storia dei movimenti di liberazione neri, le 22 e 23, o clock. La Bestia, sentendosi così arringare da un omino in ghingheri e il nasino a punta, chissà perché ha perso la trebisonda. Diciamo per essere precisi che si è imbestialito. Ha pensato, si dice ora da parte dei soliti informati, che lomino volesse rifilargli un pacco. Sia come sia, in un amen lo ha raggiunto, raggiante, e senza dire neanche permesso con un morso solo gli ha staccato di netto due orecchi: un miracolo di abilità ferina, un colpo da maestro. Mentre lomino diceva “ammàzzate-aoh!” e cominciava a piangere chiamando in aiuto Pippo Baudo, lOmaccio Nero si guardava intorno. Il pubblico era come sospeso, a bocca aperta e senza fiatare.
È stato allora che la Bestia, ormai assetata di sangue e soprattutto affamata di ciccia (parola di Bonolis, che così la sera prima sembra avesse definito la Clerici), si è lanciato verso le vallette come se vedesse rosso. Abile come un demonio ha cuccato la suddetta Ciccia, e sempre in un amen (come sopra) se lè ‘accaprettata lì sul palco seduta stante (veramente non proprio seduta, ma stante sì). A quel punto lorchestra, credendo di far bene, si è messa a strombazzare allimpazzata la colonna sonora di Rocky. Tatatatà tà, tatatatà tà, tatatatà tà tatatatà…!
Tre o quattro battute, e la Ciccia era belle cotta. Gridando (sembra) come una gatta “e io…?”, la Felini (si chiama così, non è stata battezzata da Bonolis) se ne stava intanto immobile a un par di metri, godendosi (pardon: subendo) lo scempio. Senza neanche dire sorry, il Black Bestio lha agguantata, e di fronte a un pubblico ormai ammirato se lè pappata senza che neanche dicesse ‘miao. “Cera una volta una gatta…”, ha intonato blandamente lorchestra, accondiscendente. Dalla platea sè levata una voce: “e Gigi DAlessio no?”.
Mentre lOmino bianco raspava in terra cercando le sue orecchie, la Felini era rimasta a bocca aperta e la Clerici pardon la Ciccia straparlava di forno, di salami, cetrioli, di cazzimperio e culatelli. LOmo Nero, come King Kong, si è allora arrampicato sulla piccionaia del teatro, dove purtroppo è stato abbattuto dalle raffiche di numerosi elicotteri arrivati direttamente dallIraq.
È stato a quel punto che ci siamo svegliati. LOmino aveva sempre le sue orecchie. Accidenti. Mai una volta che ci riesca di vedere Sanremo sul serio.
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