Un piacevolissimo ascolto, assai generoso Leo Nucci ancora una volta Figaro: il pubblico del Teatro Regio di Parma ha mostrato di apprezzare molto questa edizione della travolgente, divertita opera rossiniana Il barbiere di Siviglia, direttore d'orchestra Maurizio Barbacini, dopo la preziosa apertura dell'Alceste, un'opera poco nota, più ardua alla comprensione. Divertimento, allegria, un bel ritmo d'insieme, con Leo Nucci gran mattatore pronto con fresca ilarità, assaporando il piacere dell'applauso tra ammiccamenti e dimostrazioni d'abilità, a replicare il pezzo più noto, la bella vita del "factotum della città", da tutti richiesto per ogni questione e difficoltà.
Anna Bonitatibus e Leo Nucci
E questa voglia di piacere, di far contenti tutti pare diventare tutt'uno di persona e personaggio, con quel bis già pronto e i "maccheroni e cacio" che diventano "anolini e parmigiano". Una precisa intenzione che lo stesso Nucci - da trentasette anni Barbiere! - sottolinea nell'intervista raccolta all'interno del programma di sala, l'opera come prorompente vitalità: "Bisogna divertirsi, divertirsi, capito? Niente pensieri…". La raffinata creazione di Beaumarchais rielabora felicemente un tema antico quanto la commedia stessa - il vecchio che vuole sposare la giovane, inutile ogni precauzione - infondendo un nuovo spirito alla narrazione, Figaro non semplicemente aiutante / servo come nella tradizione della Commedia dell'Arte, ma presenza libera nella città che nell'aiutare gli altri persegue innanzi tutto il proprio interesse, il piacere personale, la nobiltà che chiede aiuto allo spirito inventivo della borghesia: il libretto di Cesare Sterbini conserva la vivace comicità del testo originario - e la musica rossiniana accende meravigliosamente il buon umore lasciando intravedere tra antiche trame, equivoci, travestimenti e inganni, un mondo in movimento.
Ad affiancare Leo Nucci eccellente Alfonso Antoniozzi come Bartolo, agile nella voce e nella recitazione Anna Bonitatibus (Rosina), bene anche Raul Giménez (Conte d'Amaviva): un buon insieme, bravi tra l'altro come attori, una bella presenza scenica, capaci di dare consistenza e verità ai personaggi con intelligenza e leggerezza. Peccato che la regia di Beppe De Tomasi non abbia sfruttato, come forse avrebbe potuto, questa competenza dei singoli e del gruppo, monotono lo spazio scenografico di ghirigori di ferro battuto, costumi di cui non si è riusciti bene a cogliere la motivazione stilistica. Un appuntamento comunque davvero d'alto gradimento, saluti calorosi e meritati, una soddisfazione condivisa: applausi speciali naturalmente per Leo Nucci.
|
|