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La Vera mamma di Leigh

di Federico Ferrone
  Un'immagine del film Vera Drake
Data di pubblicazione su web 07/09/2004  
Fedele ai temi ed alle classi sociali già portati sullo schermo, ma senza mai ripetere se stesso, Mike Leigh sceglie l'Inghilterra dei primi anni Cinquanta in cui è cresciuto, e la classe operaia, per raccontare nuovamente la famiglia come microcosmo che riproduce i conflitti di tutta la società. Vera Drake è ambientato in un'Inghilterra che vive ancora il ricordo della guerra e dei bombardamenti, dove i conflitti di classe sono stridenti e dove l'atmosfera pesante e precaria, con l'angoscia della povertà sempre dietro l'angolo, sembrano ancora, per molti, quelli ereditati dalla rivoluzione industriale.

Vera Drake
 
A nord di Londra, nell'anno 1950, Vera Drake è felicemente sposata con Stan, col quale vive insieme ai figli Sid e Ethel. Donna delle pulizie, solare e generosa, come molte donne della sua epoca trova tutta la sua realizzazione nella felicità matrimoniale e nell'amore per i figli, dedicando il suo tempo libero alla madre anziana ed ai vicini bisognosi. Povera ma felice e generosa, come Cornelia non ha altri gioielli che i suoi figli. C'è una sola parte della sua vita che tiene nascosta ai cari: regolarmente aiuta ragazze madri o altre donne ad abortire, senza chiedere remunerazione ma quasi inconsapevolemente sfidando le leggi e il puritanesimo dell'Inghilterra di allora. Senza utilizzare strumenti metallici, ma solo siringhe ad acqua, Vera vive la sua attività come una missione umanitaria necessaria, comprendendone le implicazioni solo quando, un giorno, viene arrestata dalla polizia dopo un aborto mal riuscito. 

La prima parte del film di Leigh è tutta tesa a creare compassione nei confronti di Vera, che vive una battaglia civile all'avanguardia della società, con ingenuità e candore quasi angelici: materna (anche con le ragazze che fa abortire) e irrimediabilmente positiva è anche, in qualche modo, una dispensatrice di morte. Il film mostra dunque nella prima parte tutte le attese e le speranze di una normale e modesta famiglia inglese del tempo: tra progetti di matrimonio per Ethel, le uscite serali di Sid ed il dolce e innamorato invecchiare dei due coniugi, la vita appare ai Drake felice e radiosa.

L'arresto di Vera interrompe lo scorrere di questa esistenza, costringendo tutti i congiunti a rinchiudersi in un isolamento familiare imbarazzante, dove il confronto con la verità è doloroso e inatteso. Isolamento che è reso anche visivimente in maniera splendida: costruita quasi interamente in interni, la seconda parte di Vera Drake è una sorta di discesa agli inferi di un personaggio che a questo viaggio non era assolutamente preparato. Le scene degli interrogatori della polizia in stanzette asettiche e illuminate con luce fioca leggermente tendente al verde, non sono meno angoscianti delle riunioni familiari dei Drake dopo l'arresto di Vera, nella casa di famiglia che diviene quasi un prodromo della futura prigione in cui dovrà vivere la donna. Grande il lavoro di Leigh e del suo fotografo di fiducia, Dick Pope, nel rendere quest'atmosfera di incertezza e sconforto, tanto più spettrale se si considera che la casa dove si consuma l'umiliazione della confessione di Vera era il luogo della felicità domestica della prima parte del film.

Il cast, come spesso accade con i film di Leigh, è perfetto, dai protagonisti ai caratteristi, prevalentemente reclutati tra i precedenti attori dei film del regista oppure dagli habitués della BBC e tutti che incarnano personaggi dai volti segnati e gravi, che fanno sembrare questi ultimi più vecchi di quanto non siano nella storia. Una menzione particolare per la straordinaria protagonista Imelda Staunton, grande attrice di teatro inglese già vista sullo schermo in numerosi film shakesperiani. Dapprima loquace, infaticabile, vive sul suo personaggio tutta l'angoscia e lo sconforto del film, riducendosi a balbettare scuse, distrutta tra le sue lacrime, per tutta la seconda parte. Cameo anche per Jim Broadbent, già premiato con la Coppa Volpi a Venezia per il precedente Topsy Turvy, sempre di Leigh.

Non è un film sulla redenzione, Vera Drake, anche se questa è insita nel personaggio del protagonista, oltre che lasciata trasparire nel finale. Nemmeno un film che parla soltanto di aborto, per quanto esso sia il tema etico sotterraneo dell'opera e il regista faccia trasparire accuse all'ingiustizia ed alla arcaicità della legge: Vera viene condannata nel 1950 per aver infranto la legge sui reati contro la persona del 1861. Mike Leigh ha dimostrato un'altra volta in maniera esemplare come sia possibile fare un film su un tema eticamente e politicamente scottante senza che ciò vada a discapito di una tensione drammatica puramente cinematografica. Ha scelto un tema come l'aborto che è più attuale di quanto sembri (si veda l'Irlanda, vicina di Leigh), ma lo ha disciolto in una descrizione d'epoca dove la drammatica storia di Vera e della sua famiglia è veramente tragica e universale.

Vera Drake
cast cast & credits
 



 
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