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La realtà animata

di Michele Crocchiola
  Un'immagine del film
Data di pubblicazione su web 10/09/2004  
Anche Venezia non poteva mancare alla recentissima consuetudine da parte dei maggiori festival mondiali di inserire in concorso un cartone animato. Per non rischiare di sbagliare, la scelta è caduta sull'ultimo film di Hayao Miyazaki, già vincitore dell'Orso d'oro a Berlino e dell'Oscar come miglior film d'animazione con La città incantata. L'anteprima mondiale veneziana di Howl's moving castle (in Giappone uscirà a novembre, in Italia distribuisce Lucky Red con data da definirsi) è affollata fino all'inverosimile e accompagnata da rigide misure antipirateria.

In una tranquilla cittadina alle pendici di una catena montuosa, la diciottenne Sophie lavora come cappellaia nel negozio ereditato dal padre. In una delle sue rare uscite si imbatte in due soldati che la importunano; sarà salvata dal bellissimo mago Howl, in lotta con la strega cattiva che, per tendergli una trappola, trasforma la ragazza in una vecchietta ottuagenaria. Ma invece che abbatterla, la nuova situazione spingerà Sophie a fuggire e a cercare il castello errante di Howl nelle lande desolate. Sarà qui che troverà nuovi amici e compagni di viaggio facendosi assumere con piglio autoritario come domestica tuttofare. Ma l'importante sarà sciogliere l'incantesimo che la imprigiona e soprattutto scongiurare una guerra incombente.

Fin dalle prime inquadrature il maestro giapponese abbandona i paesaggi del Sol Levante. Il fatto che la storia sia tratta dal libro della scrittrice inglese Diana Wynne Jones certamente contribuisce a creare un particolare pout-pourri geografico: le abitazioni sono le tipiche case a graticcio che si possono ammirare nelle cittadine austriache e del sud della Germania. La collocazione mitteleuropea si evince anche dalle uniformi dei soldati, dalle regge imperiali e dai paesaggi montuosi. Come i fumetti (manga) sono sprovvisti di didascalie perché tutta l'azione e la vicenda si deve evincere dalle immagini e dai dialoghi, anche il film non presenta voci off.

Quello che però più colpisce, e certamente assume un valore particolare nella situazione contemporanea in cui viviamo, è la scelta di descrivere la guerra che si sta preparando sullo sfondo e che man mano coinvolgerà tutti i protagonisti della vicenda, con impressionante potenza visiva. Dalle immagini di gigantesche navi da battaglia nei mari, e possenti aeronavi solcare i cieli, lo spettatore prende consapevolezza dell'ineluttabilità dell'evento bellico. Sullo schermo scorrono imponenti scene di battaglia, in particolar modo colpiscono i bombardamenti dall'alto delle città e la disperazione dei cittadini il giorno dopo.

L'altro tratto caratteristico di questo come degli altri film del maestro giapponese, è sicuramente la grande capacità narrativa, mai sopra le righe, di gestire i ribaltamenti di fronte, le sorprese, l'azione in modo equilibrato e mai noioso. Qui, in modo ancora più forte che negli altri due film, si ritrova una caratteristica tipica dei lungometraggi Disney: l'animale senziente (un cane) che accompagna per gran parte del viaggio avventuroso la protagonista. Ma non parla - potrebbe, ma non lo fa - limitandosi ad emettere solo simpatici suoni rauchi e soprattutto non limitandosi ad avere un ruolo di semplice spalla comica.

Anche tutti gli altri personaggi non sono quel che sembrano, caratteristica che porta a continui capovolgimenti di fronte. Ogni metamorfosi esteriore è accompagnata da una modifica caratteriale. In un susseguirsi di vis comica e drammatica in cui la protagonista novantenne è l'unica che riesce a mantenere un senso della misura e riesce a gestire con amorevolezza tutti i personaggi. Lo spettacolo non delude le attese, anche se il film precedente aveva una struttura più compiuta e una profondità narrativa difficilmente eguagliabile. Qui però l'obiettivo del regista è differente, sfruttare la meraviglia e il fascino delle immagini per lanciare anche un messaggio forte. Alcuni fotogrammi (le battaglie, i personaggi che si muovono su sfondo nero) e molte metafore strappano lo spettatore da un torpore sognante per riportarlo alla realtà. Qui non siamo in una città incantata, ma nella realtà.

Howl's Moving Castle
cast cast & credits
 
 
 
locandina





 
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