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ll monologo di Moloch

di Edmea Tetua
  Moloch di Lynd Wand, 1980
Data di pubblicazione su web 16/07/2004  
Nel finale di Salambô di Flaubert i cartaginesi assediati dai romani gettano i primogeniti nella fornace del dio Moloch che li divora tra le fiamme. Un sacrificio terribile e disperato per invocare la salvezza dalle legioni di Roma.

Moloch, dalla bocca spalancata, dalle ganasce fameliche di giovani corpi è ancora vivo. Anzi è onnipotente, onnipresente. L'epoca contemporanea, dei cellulari e della connessione globale, del fast delivery e della posta che viaggia alla velocità della luce, in realtà è un unico, assordante, gracchiante, straziante monologo di Moloch.

Bambini dalle pelli d'ebano o d'alabastro con i fucili in mano scimmiottano, come tutti gli innocenti fanciulli maschi, la ferocia di padri tribali e scellerati. Ognuno di loro è un versetto del monologo del sanguinario dio fenicio. La migliore gioventù americana, inglese, italiana, olandese ecc. ecc. si immola mentre generali e ministri recitano, come un mantra nero e infernale, il monologo di Moloch, sempre con le sue frasi sulfuree, sempre con la bocca piena di migliaia di corpi tonici, di anime a volte forse crudeli (le celle di Bagdad e Guantanamo insegnano), a volte ingenue. Ma sono corpi e anime che partono, obbediscono e vanno incontro, nonostante la sbandierata e inutile potenza tecnologica, a morte sempre più sicura.

E il monologo di Moloch si allunga, cresce, s'inferocisce, mai sazio di nuovi versetti-cadaveri che con un gemito straziante o un grido soffocato o acuto finiscono nelle sue fauci. Centinaia di giovani si sacrificano, il Corano in una mano e versetti coranici sulla fronte, a un dio che altro non è che Moloch travestito che in traduzione simultanea li illude ma in realtà recita sempre il suo infinito poema di morte.

Fino ai giovani dell'Europa dell'est, i nuovi 'carabinieri' d'oggi. Come i nostri calabresi, lucani, siciliani andavano a ingrossare le file dell'esercito nel Corpo dei Carabinieri, così questi giovani a volte selvaggi, non raramente bellissimi, non raramente 'arcaici' ed anche 'arcani', si buttano nell'avventura militare, unica certezza di un tozzo di pane, mentre Moloch ingrassa il suo monologo aggiungendo stanze che iniziano per NATO.

Moloch, obeso, unto, sanguinolento, tira i suoi dadi fatti con gli astragali di soldati e soldatesse e continua il suo monologo di sangue, di carne maciullata, di bambini mai nati o uccisi, di donne mai più gravide o stuprate.






 
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