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L'insostenibile demenza: orrori del calcio televisivo

di s.f.
  Mazzocchi, L. Corna, G. Galeazzi
Data di pubblicazione su web 30/06/2002  
Finalmente è finito. Lo squallido spettacolo è finito. Non incolpate gli arbitri, né Trapattoni né i calciatori nostri e altrui. Il demerito maggiore va a chi ne ha comprato i diritti, a chi lo ha commentato e ritrasmesso, con ossessiva volgarità, nelle nostre case. Semidive in libera uscita, tromboncini di carriera, giornalisti gregari, registi incompetenti. Un trionfo di stupida vanità. Le parole (e quali parole!) hanno vinto sulle immagini. Era impossibile oscurare lo spettacolo durante le dirette, anche se i commentatori sono riusciti a disturbarlo con attacchi di nazionalismo. E' stato invece facile farlo nel dopo-partita che, com'è noto, è molto più lungo di una partita: durante il campionato si parla di calcio per sei giorni e mezzo e lo si gioca per meno di 100 minuti. E' nel dopo-partita che si valuta la capacità di una televisione di offrire un divertente e intelligente spettacolo di ricostruzione e narrazione del gioco. La registrazione e il replay si prestano a molti buoni usi. Alcuni buoni film sportivi lo dimostrano.

La Rai non ha mai fatto un racconto, si è limitata a replicare il già visto, con tagli resi necessari dal bisogno di esibire gli ospiti vuoti dei suoi talk-show. E allora, con pigrizia, tutto era basato sul gol, solo il gol (valido o annullato) o sul gesto isterico (fuorigioco o no) di qualche 'protagonista": tutti episodi còlti a frammenti, brevi, usa-e-getta e non-capisci-nulla. Mai un'azione 'narrata' nel suo nascere, nel suo evolversi e nella sua conclusione. In compenso chiacchiere, balletti, canzoni e polemiche demenziali sugli arbitri pronunciate da signori e signorine d'occasione.

Esempio culmine di incapacità: il racconto registrato del gol-lampo di Hakan Sukur realizzato in 11 secondi nella partita Turchia-Corea del Sud. Sono riusciti a tagliare anche quello, è durato 5 secondi. Ne sarebbero bastati altri 6 per raccontare dall'inizio un'azione curiosa, spettacolarmente significativa. Se non altro un record (e i record sono, etimologicamente, eventi degno di ricordo). Non è stato possibile perchè c'erano banalità, sciocchezze e menzogne da distribuire: come quella che vuole i due popoli del nord e del sud della Corea affratellati (telecronista Marco Civoli) mentre le due marine militari si scannavano con morti e feriti nel loro fraterno mare. Poi gli stessi commentatori osano lamentarsi che il "popolo" del calcio è diseducato. Dovrebbero piuttosto frequentare corsi di educazione per gli adulti.



Hakan Sukur
Hakan Sukur
dopo il gol alla Corea del Sud
 
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