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Lo jus repraesentandi ai tempi del Cavaliere

di Gianni Cicali 
  berlusconi a un summit europeo
Data di pubblicazione su web 21/02/2002  
Con una semplice ratifica, il governo Berlusconi ha messo 'in cattedra' in un colpo solo migliaia di insegnanti di religione che, se non sbaglio, dovranno addirittura ricevere il placet dalle curie vescovili per poter insegnare nelle scuole dello stato italiano. Una decisione clamorosa, un danno enorme per l'economia (migliaia di stipendi, tredicesime, pensioni, liquidazioni da pagare per anni e anni), una catastrofe per l'ammodernamento delle strutture scolastiche. Una decisione 'medievale' in controtendenza con le chiacchiere sull'aggiornamento tecnologico. Forse si spera che i nostri giovani possano andare a competere, per esempio, in oriente (laddove fallì, nel tempo, anche un S. Francesco Saverio), brandendo le vite dei santi, piuttosto che sofisticati piani industriali, economici, informatici? o si crede ancora che il demone della 'modernità' debba essere combattuto con l'immissione, modello alimentazione forzata, di 'valori'? Una notizia ferale che non ha lasciato un segno particolare (a giudicare dalla collocazione nelle pagine interne) nel più diffuso quotidiano dell'opposizione ("La Repubblica"); né ha suscitato polemiche sensibilmente aspre nell'arco dei partiti di sinistra, vivente ancora una fallimentare strategia di avvicinamento cattocomunista alle minoritarie frange clericali progressiste.

Il 'piano Moratti' (verrebbe da dire 'piano Mabuse') sistemerà per la vita tanti 'docenti' di religione che, se non impiegabili nell'insegnamento delle loro discipline potranno andare a insegnare anche altre materie col solo conseguimento della laurea e senza abilitazione, danneggiando i tanti docenti precari che da anni prestano meritorio servizio nella scuola rispettando l'iter delle graduatorie e dei concorsi.

Una scelta che ha un gusto antico. Nel XVI e XVII secolo (ma fino al Settecento) i teatri dovevano pagare all'istituzione religiosa che lo deteneva uno jus repraesentandi. Trattati come loschi figuri gli attori, giudicate le attrici (salvo rare eccezioni) alla stregua di puttane più o meno colte, la chiesa, per poter foraggiare le proprie istituzioni di carità (ma non solo), intascava denari da coloro che condannava senza appello, o quasi, all'eterna dannazione: i teatranti.

Per poter mandare in scena il proprio (avan)spettacolo governativo, Berlusconi e i suoi ministri hanno pagato, con l'assunzione a ruolo degli insegnanti di religione, un moderno jus repraesentandi che permette loro di comportarsi come maschere della commedia dell'Arte sul palcoscenico nazionale e internazionale (vd. qui > Drammaturgia della commedia dell'Arte). Forse questo non è gradito alle gerarchie ecclesiastiche, ma... l'oblazione estingue la pena.


 
 
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