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Addio Fedora Barbieri 

di Marcello de Angelis
da "Il Giornale della Toscana" di mercoledì 5 marzo 2003

  Fedora Barbieri
Data di pubblicazione su web 12/03/2003  
Per tutti era la Fedora. Una platea immensa che andava oltre la musica diventando personaggio, organico alla città dove era arrivata, dalla natia Trieste, alla fine degli anni Trenta.

Precisamente era uscita nel 1940 da quel centro Lirico presieduto da Mario Labroca - grande invenzione dei Maggi storici - per vestire i panni di Fidalma nel Matrimonio segreto di Cimarosa. Un ruolo dei tanti che in oltre sessant'anni di carriera ( un vero record) difficilmente riscontrabile e battibile) Fedora Barbieri ha ricoperto da grande protagonista delle scene liriche del mondo.
Il debutto era caduto in una data dal sapore storico, il 4 novembre, quando l'Italia era ormai avviata sul tragico cammino della seconda guerra mondiale: Firenze, malgrado tutto, aveva appena concluso un Festival da capogiro: Flauto Magico, Traviata, Turandot di Puccini e di Busoni, Boris, Didone ed Enea, Adelchi di Manzoni, per restare ad alcuni titoli. Di lì a poco sarebbero emersi i giovani nomi dello straordinario vivaio del Centro lirico.
Fedora Barbieri


La Barbieri apparve subito un fenomeno: bella voce, timbro autorevole, piegato a mille sfumature, malgrado il registro, decisamente da mezzosoprano. Caratteristiche eccezionali che le consentivano di affrontare parti di diverso calibro espressivo, come appunto Fidalma del Matrimonio segreto iniziale e, quindi Azucena del Trovatore, immediatamente dopo interpretato al Comunale e rimasto in modo indelebile impresso al suo nome, tanto da trasformarsi in una specie di "esclusiva", durata fino ad oggi.

Fedora pareva indistruttibile: La forte fibra e la scuola perfetta le ha permesso continui spostamenti con ogni mezzo (gli aerei erano i preferiti), si può dire fino a ieri. E tutti noi ricordiamo ancora fresca, pimpantre e battagliera, sulle scene del Teatro del Maggio celebrare i suoi sessant'anni in un altro dei ruoli nei quali ebbe ben pochi rivali: Mamma Lucia in Cavalleria Rusticana. Era il 4 novembre del 2000.
Insieme con Giacomo Lauri Volpi, Giuseppe Taddei, Magda Oliviero e pochi altri, su tutti ancora vivente Giulietta Simionato, Fedora Barbieri ha rappresentato il miracolo della longevità artistica unito all'eccellenza della struttura artistica. Da Monteverdi a Pergolesi, fino al Novecento, passando per Verdi (chi non la ricorda nel brioso e pettegolo personaggio di Quickly nel Falstaff?) Il suo repertorio era vastissimo con risultati tenuti sempre a livelli musicali ed espressivi da manuale. E' un pezzo di storia della lirica, insomma, che se n'è andato, lasciando un vuoto immenso non solo negli appassionati del melodramma, ma nella stessa città, che era diventata la "sua" città, senza tradire mai l'accento triestino, capace di creare un gemellaggio culturale che la rendeva ancora più affascinante.

Le parole dettate dal cuore e sotto l'emozione del momento incontrano altre date, altri momenti scorrendo l'interminabile curriculum, dal debutto della Scala nel 1942 con la Nona Sinfonia di Beethoven, sotto la direzione di Victor de Sabata, alla memorabile produzione del Don Carlos londinese del 1957, affidato alla bacchetta di Giulini. Nel 1949 era approdata al Metropolitan di New Tork con l'Aida e Don Carlos colpendo l'attenzione di Toscanini che la volle con sé in una delle perle della sua arte d'interprete: il Requiem di Verdi.

Per fortuna molte tappe restano a perpetuo ricordo nei dischi che vedono sul podio il fior fiore delle bacchette del dopoguerra: Frtwa Engler, Guarnieri, Bernstein, Abbado, Serafin, Bartoletti, Mitropoulos, Maazel, Petre. La lista non finirebbe più, come quella dei registi ai quali la Barbieri, date le sue straordinarie capacità di attrice, dette grandi soddisfazioni a Visconti, Strehler, Zeffirelli, Pabst, Ponnelle, Sequi, Pavlova.

I compagni di viaggio canori? Del Monaco, Tebaldi, Callas, Corelli, Gobbi, Panerai, Siepi, Gigli… Un planetario da far venire i brividi… Questa era la Barbieri. Un esempio unico di intelligenza e di arte che Firenze ha perduto. Ma non nella memoria. Venerdì prossimo la sua voce indimenticabile risuonerà all'inizio del concerto del Comunale. Nelle prossime settimane prevista una cerimonia a lei dedicata.

 


 

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