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Il palio dei buffi

Orgoglioso che la mia, la nostra festa non piaccia al sig. Roberto Fedi, ringrazio il vs. sito che da spazio davvero a tutti, come grande segno di democrazia e dialettica. Chi sia il bischeraccio, poi, tra me (o noi senesi) o il sig. Roberto Fedi, è tutto da dimostrare. Il suo sarcasmo è apprezzabile e pari alla sua ignoranza (sia nel senso di ignorare che in quello di educazione). Definire finto il Palio di Siena dimostra quanto i suoi titoli di studi, i suoi anni passati sui libri siano stati tempo perso, vista la pressappochezza delle sue dichiarazioni. Per quanto riguarda il palio sulla tv nazionale, concordo perfettamente con il sig. Fedi, anzi le dirò che anni fa alcuni contradaioli hanno raccolto delle firme perché la trasimissione non andasse in onda visto che il Palio non è una festa per turisti.

Ora basta, però, che a parlare di Lei, sig. Fedi, mi so' venuti due coglioni grossi come cocomeri, per dirla con parole sue.

Antonio

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Salve,
ho appena letto il suo articolo sul Palio e volevo farle i complimenti perché ha perfettamente colto nel segno... A noi senesi di quello che pensate voialtri bischeri del Palio non ce ne importa una sega! Se la RAI mandasse Piero Angela tutto il giorno invece di venire a rompere le scatole a Siena si starebbe tutti più contenti!

Potrei spiegarle meglio che cosa significa Palio per un senese ma sarebbe tempo perso per me e per lei, l'unica cosa che le posso dire è che il Palio per me è Vita... niente a che vedere con rievocazioni medioevali etc. etc. (ma da un fiorentino cosa posso pretendere del resto?!)

Saluti e baci,
Bernardino Sani

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"Carissimo" sig. Roberto Fedi,
ho letto con enorme disgusto il suo "articolo" riguardante il Palio di Siena.  Precisando che, per enorme fortuna, oltre ai canali nazionali la Tv offre la possibilità di vedere altri canali ed in più esiste la possibilità di utilizzare la Tv a pagamento (Sky), non vedo per quale motivo ha deciso di seguire il Palio di Siena su Rai Due. Non credo che nessuno l'abbia costretta o legata ad una poltrona per seguire un programma che non le interessava, ma per ricevere consensi, visite nel sito e quanto altro va benissimo anche annoiarsi per una giornata, vero? Ma qualcosa di meglio da fare con ce l'aveva? Che ne so, lavare la macchina, andare a fare una passeggiata. Lei sarö anche toscano, ma a quanto pare nella sua città non ha proprio niente da fare, così si attacca alla televisore a fare zapping e sputare sentenze su un qualcosa che nemmeno conosce.

Per prima cosa i senesi non sono "bischeri", ma sono amanti delle proprie tradizioni, tradizioni che non tutti i toscani possono vantare di avere. Che tipo di tradizioni avete voi altri toscani? Il calcio? La pesca? L'unica città che ha una tradizione oltre a quella senese è Firenze con il suo calcio in costume. Che siete per caso invidiosi?!?

Parla anche di finto Medioevo, con sbandieratori e altri che picchiano sui tamburi, ma sa una cosa? Non siamo mica ad una festa popolare con balli in maschera, tamburelli, panini e tante altre cose che si possono trovare nelle altre città. Qui si rivivono emozioni e sensazioni millenarie, che per una persona di Siena sono meglio della vita. Ci piace pensare che il nostro Trecciolino sia meglio di un corridore della Ferrari, meglio del presidente Bush, meglio della Juventus o del Milan; di certo è più onesto, meno pericoloso e più vero uno come lui che tanti altri personaggio pubblici.

A Siena tutto il turismo, la gente che viene per assistere alla NOSTRA festa, tutte le critiche che voi pseudo-giornalisti continuate a muovere alla nostra città non ci interessa. Per noi se fosse possibile chiuderemmo le porte della città e torneremo ad essere, almeno per otto giorni all'anno, la Repubblica Senese, con le nostre tradizioni, le nostre gioie, i nostri pianti, le nostre grida di dolore o di entusiasmo per una festa che da molte parti di Italia ci invidiano e ci copiano.

E se tutto questo non vi piace, spengete la televisione, ma cucitevi anche la bocca perché non avete il diritto di parlare di qualcosa che non sapete nemmeno lontanamente quello che è.

Distinti saluti.
Chellini Carlotta

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Caro scontento, chiunque tu sia
quando si leggono cose come la tua sul Palio viene voglia di alzare le spalle e passare oltre. E invece voglio risponderti, magari rischiando di perdere tempo… Chi ti parla è nato a Siena, in via Santa Caterina (ti dice niente?...); ho i capelli bianchi e forse con questi mi è venuta anche un po’ di saggezza. Faccio il giornalista free lance, sono direttore di un giornale senese, ho avuto ed ho importanti incarichi nel mondo del Palio e delle Contrade.

Mi ha colpito il tono fortemente offensivo della tua mail. Ed offensivo non lo era perché ti fai paladino dei cavalli; mi sembra che di loro, a te, importi poco. Quanto, invece, ti disturba questa Festa che – evidentemente – non capisci. Io non te la voglio spiegare perché sono sicuro che rimarresti della tua idea. E allora ti dico solo che se non la capisci, non la ami, non ti dice niente, hai tante possibilità: la prima è quella di rivolgerti (il 2 luglio e il 16 agosto) ai 100 e passa canali che le varie tv ci offrono. Io quando vedo un film che non mi piace non lo guardo per poi parlarne male; a meno che abbia già, sbagliando, pagato il biglietto. Il 2 luglio era anche domenica, serena e calda, e forse valeva la pena andare a spasso invece che tormentarti con  ‘ippalio sorbendotelo per ore. Basta un clic e il Palio sparisce. Già, il tuo accento! Evidentemente sei della zona fiorentina dove c’è anche un’altra "bella" festa. Il calcio in costume che quest’anno è stato annullato per violenza. Ecco guardati quell’evento ludico e non sparlare di cose che sono grandi e forse proprio per questo non le capisci.

Perché, vedi, io credo che a te – come a tanti altri – dia noia il fatto che esista ancora gente che non si lascia omologare, che ha dei valori, che ha il senso dell’appartenenza, che ama la bandiera propria, come una piccola patria. Ti dà noia che da noi si sappia ancora cosa vuol dire sacrificio, solidarietà, partecipazione attiva, gioia e dolore. Noi senesi tutto questo abbiamo ancora in cuore e lo esprimiamo soprattutto, ma non solo, nel Palio e nella vita di Contrada.

Tu mi puoi rispondere che, come ti ho detto io, potevo non leggere la tua "recensione" sul Palio; è vero. Me l’ha passata un amico e comunque ci ho perso solo pochi minuti. Non delle ore come te con il Palio. Come pochi minuti ho dedicato a questa mail. Valeva la pena? Non lo so, ma talvolta anche le cause perse sono degne di essere vissute. Magari se hanno un qualsiasi senso utile, anche nascosto. Cosa che non ho trovato nella tua offensiva reprimenda. Io non ti ho offeso, ma chissà se tu capirai il valore di questa risposta?

Un comunque cordiale saluto

Senio Sensi

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Sono pienamente in sintonia con il vostro pensiero, mi permetto di rivolgervi una preghiera: per favore non guardate più il Palio! Anzi protestate con la Rai perché non mandi più in onda certi spettacoli brutti e noiosi. Il Palio è cosa dei senesi e per i senesi, per tutti gli altri ci sono le veline, le letterine, le passaparoline e per chi è di gusti differenti tutti i tronisti della De Filippi.

Distintamente

Vittorio Vettori


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Risponde Roberto Fedi


Uno degli equivoci in cui si può incorrere parlando di toscani è che siano spiritosi. Nemmeno per idea. Reo di leso Palio, ecco che in varie letterine uno mi invita 'garbatamente' a farmi i fatti miei, un altro mi dice che sono un rintronato, uno che sono un deficiente, un altro ancora - pensando evidentemente che questo sia il peggior insulto - che sono fiorentino. Garantisco di non essere nessuna di queste cose, neanche l'ultima. Scrivendo di televisione, mi è solo capitato, un po' scherzando, di dire che tre ore di diretta filata dedicate dalla Rai al Palio sono troppe: noiose, interminabili, stantìe, provinciali, ripetitive, tautologiche, una sagra di luoghi comuni. Tutto qua. Trasformano una (ipotetica) cerimonia in un evento ipergonfiato per ragioni turistiche. Quanto alla 'millenaria' tradizione, di per sé non significa proprio nulla: anche il duello, per dire, ce l'ha, ma non per questo andiamo vestiti come Zorro. Almeno, non il sottoscritto.

Roberto Fedi


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