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Sul film L'uomo che verrą

Gentile redazione,
leggo adesso e condivido in pieno il giudizio di Marco Luceri sull'ultimo film di Giorgio Diritti. Colgo l'occasione per manifestare anche io il mio entusiasmo riguardo il magnifico lavoro di squadra che ha portato alla realizzazione di quello che può considerarsi senza dubbio uno dei più bei film del genere realizzato negli ultimi vent'anni. ho avuto la fortuna di assistere alla proiezione romana  in occasione del Festival del cinema ed è stata un'esperienza davvero unica e, lo confesso, inaspettata per le emozioni, le sensazioni, i turbamenti  che la visione suscita fin dalle prime inquadrature. Durante una scena più cruda (non spettacolarizzata però, ma solo intuita), quando la bravissima  Alba Rorhwacher uccide un tedesco  per evitare una violenza che intuisce vicina, il pubblico in sala ha applaudito, con un gesto spontaneo, liberatorio, certo inusuale, che però dà la misura di come il film prenda, coinvolga, scuota. ottima la regia di Diritti, ma un elogio non può non andare a tutti coloro che hanno collaborato, dal direttore della fotografia Roberto  Cimatti (certe inquadrature hanno davvero la potenza di quadri d'autore), agli sceneggiatori, agli attori (non solo le attrici più note, ma anche le "secondarie", le comparse), ai musicisti Biscarini e Furlati che hanno realizzato una splendida colonna sonora (prodotta da Gianfranco Borgatti della Borgatti edizioni musicali) che infatti ha già ricevuto un importante riconoscimento come il premio Morricone al Festival di Bari. Chi non ha ancora visto il film dovrebbe farlo, anche al costo di fare qualche chilometro in più per raggiungere il cinema più vicino (la distribuzione limitata è un vero peccato per film di questo calibro). Chi se lo perde, perde una pagina di storia del cinema..


Bernadette Ferlazzo

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