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Ancora sul Palio di Siena

Nel complimentarmi per i contenuti del sito, non posso tacervi una critica. Alcune espressioni, usate da Roberto Fedi, non rendono onore a chi, come voi, svolge un servizio educativo. Che alcuno, il direttore od il responsabile di redazione, gli tirasse le orecchie e gli ricordasse che cultura, da colo, significa educazione e rispetto! Un giudizio critico, a mio parere, deve essere pungente e ricco di humor, ma misurato nel linguaggio. Si svilisce nella sostanza e perde di rilevanza, quando si avvale di espressioni esagerate fino a diventare una chiacchiera. Se potessi, eliminerei dall'archivio la recensione dal titolo "Il Palio dei Buffi" in cui  i termini riportati mal si integrano in Drammaturgia, pubblicazione di alto valore culturale. Il vostro lavoro è ottimo, salvaguardatelo da cadute di stile.

Cristina Bacci

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Il Direttore risponde


Gentile lettrice,
prima di tutto la ringrazio per la pars construens del suo messaggio (i complimenti), per il resto devo dire che anche altri, meno educati di lei, hanno criticato quello scritto sul Palio di Siena; a questi rispose il nostro collaboratore per la televisione, prof. Roberto Fedi. Fa parte della critica e della satira anche la vena caustica e irriverente, purchè non blasfema o offensiva. Ho capito che il Palio è per molti - non so per lei - più sacro della Madonna o del proprio io, e questo fa sì che sull'argomento non si accettino i più feroci sfottò che invece in altri campi l'anima toscana non solo sopporta ma anzi esalta. C'è del sacro nel palio? Se per lei è così posso capire l'indignazione, e mi dispiace di avere ferito questo sentimento religioso. Ma oggettivamente a me e ad altri lettori riesce difficile immaginare il palio come uno dei lasciti neotestamentari.
Mi creda, con simpatia e rispetto

Siro Ferrone

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